Michele, vincitore di X Factor: «A Sanremo? Forse, ma non ci andrei allo sbaraglio»

Michele, vincitore di X Factor: «A Sanremo? Forse, ma non ci andrei allo sbaraglio»
di Italo carmignani e Fabio Nucci
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Domenica 15 Dicembre 2013, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 15:59

Il premio pi giovane della musica italiana, ha la matrice anziana di un ordine spartano. Mi raccomando, torna vittorioso.

A Michele Bravi, fresco vincitore di X Factor 7, nonno Luigi lo aveva chiesto un mese fa, quando insieme alla madre Giovanna gli ha fatto una sorpresa presentandosi fuori dal loft. «Nonno è una sorta di secondo padre, mi ha cresciuto ed è diventato un po’ il mio “Virgilio”». Siamo in campagna, trenta chilometri da Perugia, nella patria di Monica Bellucci, dove la felicità si misura in tartufo e il tempo si ferma come nei frigoriferi.

Dopo il talent show, anche il nonno, tifernate doc, è diventato una star con quei consigli d’altri tempi dispensati al nipote di neanche 19 anni (li compirà il 19 dicembre).

«Bevi solo l’acqua – gli diceva - non entrare mai in polemica, fai sempre il bravo». Il Bravi, verrebbe da dire come in certi in certi motti toscani d’altri tempi, perché nonno Luigi ci aveva visto giusto, tessendo le lodi canore ed estetiche («siamo stati sempre una famiglia molto “piaciuta”, anche dalle donne») del “tesorino” di casa dove lo aspettano anche il padre Stefano e la sorella Marta, di tre anni più grande. Michele si definisce un prepotente («quello che è mio è mio») ma anche disilluso, «grazie all’educazione di mio nonno». Una qualità che l’ha condotto a esorcizzare lo stress della tv e le pressioni della competizione. Non a caso mamma e papà lo descrivono come «un ragazzo serio e determinato», che quando insegue qualcosa «è disposto anche a fare sacrifici». Diplomato con 100 al liceo classico Plinio Il giovane di Città di Castello, la sua città, ora vorrebbe concentrarsi anche sull’università, facoltà di Filosofia, «perché – dice - la musica ha bisogno di contaminazioni».

Michele Bravi, in tempi non sospetti, prima dell’ingresso nel loft, alla produzione di Sky diceva che come artista gli sarebbe piaciuto lasciare il segno.

«Mi piacerebbe si dicesse che ho una mia grafia originale. Mi piacerebbe avere una riconoscibilità e peculiarità che non cada nel “prodotto musicale” ma che piuttosto alimenti la musica vera. Mi piacerebbe essere coraggioso».

Il suo sogno, grazie anche all’inedito La via e la felicità (come dichiarato a xfactor.sky.it) si è in parte avverato e il suo nome è già abbinato alle classifiche dove ha messo in fila U2, One Direction ed Eminem.

«Faccio ancora fatica a realizzare quanto accaduto anche perché su quel palco ci si trova in una situazione paradossale. Sentire il proprio nome proclamato come vincitore è stato come sentire il mondo crollare addosso. Non te lo aspetti: si è realizzato qualcosa che fino a poco tempo prima ritenevi non fosse possibile».

La vita nel talent, i rapporti con i colleghi, terribile?

«L’aspetto televisivo a volte è un po’ pesante ma se poi si vede cosa c’è dietro musicalmente, tutto il resto diventa sopportabile. Tra i colleghi ho legato di più con Andrea e con gli Ape Escape che all’interno del loft sono diventati un po’ la mia famiglia».

Il momento più bello?

«Quando ho presentato il mio inedito. Dentro di me mi sono detto: ora o mai più».

Il concetto di X Factor…

«Credo sia originalità, verità: penso sia la musica vera».

E il rapporto con Morgan, complicato?

«È stato molto intenso, lui mi ha dato tanto e io ho preso tanto da lui. Mi ha proposto un sacco di provocazioni musicali, dal Tempo delle mele (Reality) a Jimi Hendrix (Little wing), ma sono contento del percorso che è stato fatto e se sono arrivato fino qua, una ragione ci sarà».

Come per Chiara (ultima vincitrice di X Factor), anche per Michele Bravi si potrebbero aprire le porte di Sanremo?

«Sarebbe bello, non ci sputerei sopra, ma serve un progetto musicale forte: non ci andrei allo sbaraglio».

Il suo viaggio è stato un crescendo, dalla prima audizione, cui era arrivato con un amico omonimo (che ha avuto meno fortuna) presentando un brano di Cat Stevens. Il suo timbro ha rapito da subito i quattro giudici e su quel “qualcosa” che il suo modo di cantare provoca è arrivato in gara e alla finale. Di lui la stessa Galiazzo dice: «Quando Michele canta mi smuove qualcosa dentro». Sanremo o no, aspettando il primo album di inediti, a supportarlo ci sarà la sua famiglia. «Il nostro ruolo è stargli vicino e supportarlo», hanno dichiarato i genitori al blog Realityshow prima del veto-interviste della Sony. «Gli siamo vicini, ma non dobbiamo interferire nelle sue scelte». Il talent ce l’ha.

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