I frequentatori più assidui del festival ricorderanno serate straordinarie a partire dall'esordio nel 2008 con la Duke Orchestra, a poca distanza della rivelazione di Biondi sulla scena internazionale. Tutto era cominciato con il singolo This is what you are (con gli High Five di Fabrizio Bosso) e soprattutto con quella voce baritonale («il Barry White italiano», si disse) che allora presero letteralmente d'assalto le classifiche di tutto il mondo.
Biondi è tornato a Perugia il 2010 con Incognito, il 2013 con Pino Daniele, il 2014 in una lunga “vocal night” in compagnia di Al Jarreau e Take 6.
In questi anni il crooner-soul man catanese ha inanellato successi, si è concesso collaborazioni importanti, ha frequentato palcoscenici di grande visibilità come Sanremo. Mario Biondi è diventato in un tempo relativamente breve uno degli artisti italiani più popolari anche all'estero. Biondi torna adesso pochi mesi dopo il suo ultimo album, Brasil, dedicato alla grande musica popolare brasiliana. Un lavoro importante su un repertorio da lui molto amato. Il disco è stato prodotto da Mario Caldato, già produttore di Beastie Boys e Jack Johnson, e Kassin, collaboratore di Caetano Veloso, ed è stato registrato a Rio de Janeiro con musicisti brasiliani (come ospite speciale Ivan Lins).
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