Maneskin stasera al Circo Massimo, in 70mila per i ragazzi partiti da via del Corso: scaletta e polemiche

Era il 2015 quando, dietro i banchi del liceo scientifico Kennedy di Monteverde, la bassista Victoria e il chitarrista Thomas fondarono il gruppo: ai due si sarebbero poi uniti Damiano e il batterista Ethan

Maneskin stasera al Circo Massimo, in 70mila per i ragazzi partiti da via del Corso: la scaletta
di Mattia Marzi
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Sabato 9 Luglio 2022, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 20:48

Per rivederli in azione su un palco italiano bisognerà aspettare il prossimo anno: quello di questa sera al Circo Massimo di Roma, la città in cui tutto cominciò per la rock band partita da via del Corso e arrivata sul tetto del mondo, sarà l’ultimo degli appuntamenti dal vivo dei Maneskin nel nostro paese. Che poi è anche il loro, sebbene Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi e Ethan Torchio si sentano e vengano trattati come divi del rock internazionale. Che evitano bagni di folla e declinano ogni invito: compreso quello del Campidoglio, che li ha rincorsi per mesi per potergli dedicare un gigantesco murale proprio nel punto di via del Corso dove i quattro musicisti si esibivano negli anni del liceo, salvo poi sentirsi dire che la band era troppo impegnata per poter partecipare all’inaugurazione dell’opera, che alla fine è saltata.

 

Maneskin, in 70mila per i ragazzi partiti da via del Corso

A via del Corso Damiano David e compagni suonavano per qualche decina di passanti: stasera al Circo Massimo ad ascoltarli ci saranno 70 mila persone.

Il concerto dei Maneskin nell’antica area archeologica capitolina, che ha ospitato negli anni le esibizioni di leggende del rock come i Rolling Stones, Bruce Springsteen, Roger Waters e David Gilmour e che lo scorso mese è stata teatro dei due trionfali concerti di Vasco Rossi di fronte a 140 mila spettatori complessivi (ne è stato tratto anche un film in uscita in autunno), è stato dichiarato sold out già tre mesi fa, ad aprile.

Covid, polemiche e pericolo cluster

La positività al Covid di Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano, che lo scorso lunedì ha annunciato ai suoi 653 mila follower su Instagram di aver contratto il virus (al Circo Massimo non ci sarà, ha fatto sapere sempre sui social: «Spaccate tutto, come solo voi sapete fare, voglio sentire Roma saltare fin qui», ha scritto), e le polemiche di alcune associazioni di medici e virologi, secondo i quali il nuovo picco di contagi potrebbe trasformare il raduno da 70 mila spettatori in un gigantesco cluster, non hanno fermato la macchina organizzativa. Che in questi giorni ha continuato a lavorare alle spalle dei Maneskin, mettendo a punto gli ultimi dettagli dello show.

"Zitti e buoni"

Sarà “Zitti e buoni” la colonna sonora del ritorno a casa dei quattro ragazzi. Era il 2015 quando, dietro i banchi del liceo scientifico J.F. Kennedy di Monteverde, la bassista Victoria – origini danesi, è lei la vera leader della band: “Maneskin” è una parola danese che in italiano significa “Chiaro di luna” – e il chitarrista Thomas fondarono il gruppo: ai due si sarebbero poi uniti Damiano – inizialmente scartato per quelle sue velleità troppo pop e poi ripreso – e il batterista Ethan, quest’ultimo arrivato dalla provincia di Frosinone rispondendo a un annuncio sui social. Difficile che ci siano colpi di scena o sorprese, sul palco del Circo Massimo. A dispetto della grandiosità della location e dell’evento. Il fatto è che ora che i Maneskin sono una realtà che ha suscitato l’interesse anche dei grandi impresari statunitensi – non muovono un dito se prima i manager e gli uffici stampa italiani non ottengono un permesso dalla Patriot Manegement, società americana che ha piazzato la band anche nella colonna sonora di “Elvis” di Baz Luhrmann, e pazienza se la loro cover di “If I Can Dream” è tra i pezzi meno ascoltati del disco: al di là dei numeri sulle piattaforme, l’operazione ha fatto volare ulteriormente le quotazioni dei Maneskin – dev’essere tutto al posto giusto.

 

Maneskin, la scaletta del concerto a Circo Massimo

Aspettiamoci di vedere, dunque, la terza replica italiana – dopo quelle all’Arena di Verona di aprile e allo Stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro di due settimane fa – di uno show diventato già fin troppo prevedibile, tra i singoli “Mammamia” e “I Wanna Be Your Slave”, le cover di “Womanizer” di Britney Spears, “Amandoti” dei CCCP (la suonano solo in Italia: chissà che, come a Verona, sul palco non arrivi il loro mentore Manuel Agnelli), “I Wanna Be Your Dog” degli Stooges di Iggy Pop (difficile che l’Iguana del Rock ci sia, al Circo Massimo: ha rimandato lo show del 5 luglio a Mantova al 30 agosto, per un problema alle corde vocali), “My Generation” degli Who e naturalmente “Beggin’” dei Four Seasons, che su Spotify ha superato il miliardo di stream a livello mondiale. Già dall’alba si sono formate lunghe file fuori dagli ingressi dell’area e quando alle 14 si sono aperte le porte è partita la corsa dei fan verso i posti migliori davanti alle transenne sotto il palco: l’attesa è quasi finita.

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