Per il suo nome d'arte ha scelto l'acronimo LDA: sta per Luca D'Alessio. Il 19enne cantautore partenopeo ma romano di nascita rivelazione di Amici, figlio di Gigi D'Alessio, incontra oggi, alle 17, i fan alla Discoteca Laziale per presentare l'eponimo album d'esordio.
Fardello o privilegio portare quel cognome?
«Entrambe le cose. Un privilegio perché ho respirato musica sin da bambino. Un fardello perché per tutti sono il figlio di».
Ha imparato a fare i conti con i pregiudizi?
«Sì: dimostrerò che oltre al cognome c'è del talento».
Cos'ha di speciale?
«Nella mia musica non c'è finzione: racconto i miei sentimenti».
Suo padre l'ha consigliata?
«Privatamente.
Era il favorito, poi è stato eliminato: cosa è successo?
«Ho perso la concentrazione, dopo otto mesi lontano da casa. Il talent è stata una vetrina, ora comincia il bello».
Quando ha iniziato a scrivere?
«A 14 anni, dopo un sogno: con me, il mio migliore amico e una donna bellissima, forse una musa. Quella canzone non è nel disco».
Perché?
«La tengo per un'occasione speciale».
Per Sanremo, magari?
«Mi piacerebbe: sarebbe un onore partecipare».
Ha i numeri per farlo?
«Gli stream sono solo un'indicazione. Bisogna sentirsi big».
E lei si sente già big?
«No. Ma mancano nove mesi».
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