Il mago della techno Jeff Mills torna a Roma

Quanti dj techno hanno potuto esibirsi al Louvre? Jeff Mills è uno di questi. Con Robert Hood e Carl Craig è uno dei capisaldi della musica techno internazionale, che, grazie ad una produzione trentennale, è riuscito a diventare un punto di riferimento nell'Europa che sembra averlo adottato. Già, perché dopo aver lasciato la sua Detroit nel 1992, le sue performance sembrano raccogliere molti più consensi nel nostro Continente, che non negli States: «Mi sento come i jazzisti degli Anni 50, meglio accolti a Parigi che a New York. Penso a quanti talenti gli Usa hanno costretto all'esilio. Un Paese, l'America, che ha ancora giganteschi problemi razziali», ha spiegato in un'intervista. Il suo elegante stakanovismo musicale è seguito da decine di leggende, tutte verissime: da quelle dell'artista techno che suona con un'orchestra sinfonica fino al dj in grado di far suonare oltre 4 giradischi insieme. Tra le sue pietre miliari, la residency al Louvre, alla quale è arrivato grazie alla sua formazione poliedrica: «Mi hanno chiamato dato il mio background di lavoro su film, arte, danza, e musica». Alla musica classica si è avvicinato intorno al 2003: «Collaborazioni ardite ha detto possono sortire risultati inaspettati». E non è un caso che oggi Mills non parli da dj ma da artista a tutto tondo: «Da ragazzo i miei idoli non era solo i dj, ma anche gli scrittori, i designer, gli atleti, gli attori, gli architetti». Tutti accomunati da un tratto distintivo: erano controcorrente. La sua caratteristica principale resta la capacità di sapersi trasformare e rinnovare, addirittura sperimentare: un dono non da tutti, soprattutto quando ci si potrebbe considerare già arrivati. Ha da poco pubblicato un ep con Tony Allen, cui aveva iniziato a lavorare dal 2016.
Venerdì 22, dalle 23.30. Goa, via Libetta, 13

(Per segnalare djset a Roma: marco.pasqua@ilmessaggero.it)