Jeff Beck, il ricordo di Alex Britti: «Ora è nell'Olimpo dei grandi chitarristi»

Jeff Beck, il ricordo di Alex Britti: «Ora è nell'Olimpo dei grandi chitarristi»
di Alex Britti
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 23:10

di Alex Britti

Jeff Beck è stato il più espressivo di tutti, tra i grandi chitarristi della storia: quando suonava, lo strumento diventava un tutt’uno con la sua anima. Non so dire se mi sono ispirato tanto a lui, nel corso degli anni: sicuramente l’ho ascoltato e stimato tantissimo, soprattutto da ragazzino. Ricordo che da adolescente consumai, a furia di ascoltarli, dischi come ‘Wired’, ‘Blow by Blow’ e ‘Jeff Beck with the Jan Hammer Group Live’, tra gli album dal vivo più belli che siano mai stati realizzati. Portava avanti la stessa cultura chitarristica che caratterizza anche a me: non si perdeva in chiacchiere, pedali, effettistica. Suonava senza troppi fronzoli: solo con le mani. Senza addentrarci in tecnicismi che solo i chitarristi possono capire, mi viene da dire che aveva un modo incredibile di usare le mani, sullo strumento: era dotato di una tecnica speciale.

A livello di esecuzione Beck era fenomenale: un maestro con il fraseggio, a cavallo tra un chitarrista rock e un bluesman.

Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo o di ascoltarlo dal vivo. È venuto spesso in Italia, ma quasi sempre d’estate. E d’estate, si sa, noi artisti siamo tutti in tour: nel 2018 a Ostia Antica suonò a pochi chilometri da casa mia. Ma quella sera ero chissà dove a suonare in giro per l’Italia, e fui assente. Non sono per le classifiche, perché per come la vedo io la musica non deve avere niente a che fare con le competizioni, quindi non so dire esattamente dove lo collocherei in una eventuale lista dei migliori chitarristi di tutti i tempi. Parla per lui il suo curriculum. Ha ragione la rivista americana Rolling Stone quando dice che Beck ha allargato i confini del blues, spaziando dal rock alla fusion, passando per il jazz. Ha unito una tecnica brillante a una grande personalità. Invito gli appassionati a cercare su YouTube il video della sua versione del ‘Nessun dorma’: è commovente e sembra che la melodia sia cantata dalla voce di un soprano, non suonata da una chitarra. Adesso è nell’Olimpo dei chitarristi, insieme a tutti i grandi che ci hanno già lasciato: lunga vita a Jeff Beck. 

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