dove si esibirà dal vivo il 24 maggio. Primo di quattro live nel nostro Paese: il 25 maggio sarà a Bologna, il
27 a Como e il 28 a Torino.
«Il titolo dell'album come spesso è già accaduto per i precedenti miei lavori, prende il nome da una canzone che ho cominciato a scrivere tre anni fa dopo il tragico terremoto di Haiti. È una canzone importante su come si affrontano i disastri nel mondo», racconta il cantautore statunitense aggiungendo: «È davanti agli occhi di tutti ciò che accade, i disastri sia politici che ecologici e di altro genere. Non mi riferisco solo a disastri del mio Paese».
Registrato a Los Angeles e anticipato dal singolo "The Birds Of St. Marks", "Standing In The
Breach" è il 14esimo album in studio di Browne e arriva 40 anni dopo un lavoro molto importante come "Late for the sky", ancora attualissimo. «Nella mia musica ci sono delle costanti, che tornano, ma non credo che avrei potuto scrivere allora 'Standing In The Breach' in cui c'è una componente di 'Late for the sky', ma non avrei potuto scriverla prima di oggi», ha detto il cantautore 66enne.
Ma nel nuovo disco di Browne non c'è solo politica: L'amore si affaccia in una delle due canzoni frutto di
collaborazione. 'You know the night' si basa su un testo di Woody Guthrie, «che mi è stato regalato dalla famiglia. Racconta dell'incontro tra lui e la moglie Nora, in realtà è una lettera che lui le ha scritto», spiega Browne. «È un testo lungo, un brano filmico e quantunque non sia una canzone ha dentro un ritmo straordinario - aggiunge - a cascata, e ha dentro tante rime. Parla degli ideali suoi e della donna di cui si è innamorato, parla di ciò che si aspettano dalla vita e di ciò che vorrebbero fare per il mondo. Ecco il collegamento diretto con ciò che dicono gli altri brani del mio album».
Browne ha concluso la sua conferenza stampa parlando del presidente americano Barack Obama e della recente sconfitta nelle elezioni di metà mandato: «Il nostro Paese è enormemente
polarizzato, probabilmente perché gli avversari di Obama hanno a disposizione tanti quattrini e quindi tanta visibilità e accesso ai mass media da essere riusciti a martellare la testa della gente, arrivando a
distorcere la percezione delle intenzioni e delle realizzazioni del presidente».
«Io l'ho votato entrambe le volte, ma penso che sarebbe potuto essere molto più progressista. Vedo tante cose di valore in ciò che ha fatto da presidente, due per tutte: cercare di migliorare l'assistenza sanitaria per
la maggioranza degli americani e cercare di preservare certi benefici per il ceto medio», ha sottolineato il
cantautore.
«Dal mio punto di vista è in assoluto il presidente più inclusivo, che ha fatto delle politiche socialmente
più inclusive di tutti quelli che abbiamo mai avuto. Resta il fatto che ci sono cose che non mi sono andate giù, che mi fanno concludere che non c'è un partito democratico che si contrappone a un partito repubblicano ma che sono due ali dello stesso partito che è il partito del business. E quindi è sempre più difficile difendere Obama, perché non è andata abbastanza oltre, avanti».
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