Fedez e la rottura con J-Ax: «Mi ha mentito, forse non servivo più. Rovazzi? Non mi ha nemmeno fatto gli auguri per Leone»
Intanto, in radio vanno forte "Una voglia assurda" e "Djomb", remix della hit del francese Bosh inciso con l'ex rivale Fabri Fibra: «Un pezzo per intenditori». E sull'ex socio Fedez, che lo ha accusato di tradimento per aver coperto un collaboratore della Newtopia (l'etichetta discografica e società di management fondata dai due nel 2013) dopo che quest'ultimo aveva aperto una società speculare, dice: «Non ci sono rapporti».
Come sta trascorrendo questa strana estate?
«In studio. Per come la vedo io, non era ancora il momento di riprendere gli spostamenti. I dati sui contagi non sono rassicuranti: se sono aumentati è colpa nostra, certo, ma anche di alcuni politici».
Perché?
«Hanno fomentato i complottisti e attaccato il governo, accusandolo di aver dichiarato lo stato di emergenza per assumere pieni poteri. Sciocchezze. Mi aspettavo più responsabilità da parte di tutti».
Con chi ce l'ha?
«È noto che io non provi grandi simpatie per Salvini. Ma non è stato l'unico a creare assembramenti scendendo in piazza facendo confusione sull'emergenza».
A Milano ha destato scalpore la protesta non distanziata dei Gilet arancioni. Da milanese, che effetto le ha fatto vedere tutta quella gente radunarsi senza rispettare le norme anti-Covid?
«È stato tutto imbarazzante. E non mi riferisco solamente ai Gilet Arancioni. Penso anche alla gestione dell'emergenza da parte della Regione Lombardia, agli studenti che si sono fiondati nelle stazioni per tornare al Sud».
Anche il sindaco Sala è inciampato in alcune gaffe: Milano non si ferma, diceva, quando la situazione era già fuori controllo. Lei rilanciò il suo appello sui social: se n'è pentito?
«Sì. Due giorni dopo. Credo che la crisi abbia dato una bella lezione all'ego di Milano: abbiamo sbagliato tutti».
Cosa ne pensa dei colleghi che nelle ultime settimane si sono esibiti nelle discoteche di fronte ad assembramenti di ragazzi?
«Non ce l'ho tanto con loro, quanto con gli organizzatori delle serate, che se ne sono fregati delle norme. Dopo aver firmato contratti e preso impegni per un artista è difficile opporsi e non salire sul palco: si corre il rischio di pagare penali e le cose possono andare per le lunghe. Io, nel dubbio, quest'anno ho rifiutato tutti gli inviti. Sono sicuro che quando i concerti riprenderanno, saranno i più coinvolgenti di sempre: la gente ballerà anche ai concerti de Il Volo (ride, ndr)».
Nel testo del suo tormentone, Una voglia assurda, canta il desiderio di stare tra la gente: non sarà mica scontato scrivere canzoni a tema coronavirus?
«No. E comunque io sono stato tra i primi a farlo: non credo che gli altri pezzi estivi affrontino il tema in maniera così esplicita».
Con Fabri Fibra avete sepolto l'ascia di guerra?
«Non siamo mai stati nemici. Se in passato ci sono stati dissapori, è successo perché eravamo a capo di due diverse fazioni del rap che si punzecchiavano. Ora ci abbiamo messo una pietra sopra».
Fibra nel 2016 criticò la sua collaborazione con Fedez: L'hip hop italiano è quasi sempre stato innocuo. Vedi J-Ax che è partito con la pubblicità della Fiat Uno ed è finito col Cornetto assieme a Fedez. Ci rimase male?
«Fa parte del gioco. Quando sei amico di persone che litigano, molto spesso ti viene chiesto di schierarti da una parte o dall'altra. Mi trovai in mezzo e le presi anche io».
Ha fatto pace con Fedez?
«No. Tra di noi non ci sono rapporti. Come succede dopo le separazioni, per un po' non ci si parla».
Gli affari della sua Maria Salvador (il marchio creato nel 2018 per produrre e vendere cannabis legale, ndr) come vanno?
«Alla grande. Durante il lockdown c'è stato un boom delle consegne a domicilio».
Quanto ci guadagna?
«Al netto delle tasse, a fine mese riesco a portare a casa uno stipendio niente male: parliamo di un netto di 50 mila euro all'anno».
Prossimi progetti?
«A settembre dovrebbero cominciare le registrazioni di All Together Now: siamo alla terza stagione. Ma dipende tutto dall'andamento dei contagi: speriamo che la situazione non degeneri».
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