Il maestro Gatti dirige la "Tragica" di Mahler al Teatro del Maggio, in memoria di Farulli

Il Maestro Daniele Gatti
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Mercoledì 22 Gennaio 2020, 17:06
Il maestro Daniele Gatti torna sul podio del Maggio per dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nella Sinfonia n. 6 in la minore, meglio nota come la Tragica, di Gustav Mahler. Il concerto, in programma sabato 25 gennaio con inizio alle ore 20, è l’omaggio del Teatro, dell’Orchestra del Maggio e dello stesso maestro Gatti al genio di Piero Farulli, violista e fondatore della Scuola di Musica di Fiesole di cui ricorrono i 100 anni dalla nascita.

Il maestro Daniele Gatti ritrova il podio fiorentino a meno di un anno dall’ultima volta. Il 26 giugno scorso fu affidato a lui infatti il concerto di chiusura dell’LXXXII Festival del Maggio Musicale, con la Sinfonia n. 3 di Arthur Honegger e l’Aleksandr Nevskij di Sergej Prokof’ev. E già altre volte, di recente, Gatti aveva diretto a Firenze: nel 2015 con l’Orchestra del Maggio nel Pelléas e Mélisande di Claude Debussy, e nel programma estivo del 2014, con l’Orchestre National de France nel Prélude à l’après-midi d’un faune ancora di Debussy. Daniele Gatti sarà di nuovo protagonista nella prossima edizione del Festival del Maggio Musicale, con due appuntamenti.

Il primo il 26 giugno che lo vedrà dirigere l’Orchestra del Maggio in Musique funèbre di Witold Lutoslawski, Trauer-Symphonie di Franz Joseph Haydn, Tod und Verklӓrung di Richard Strauss e Preludio e morte di Isotta di Richard Wagner. Il 30 giugno tornerà poi a dirigere Coro e Orchestra del Maggio in Le roi des ètoiles e Sinfonia dei salmi di Igor Stravinskij, Lauda Sion Salvatorem di Bruno Maderna e Nobilissima visione di Paul Hindemith.

Il maestro Gatti il 25 gennaio affronta quindi la Tragica di Gustav Mahler, opera cardine per la poetica dell’autore austriaco, un affascinante tentativo dalle ambizioni universaliste di rappresentare la “lotta dell’uomo contro il destino”, come egli stesso ebbe a definirla. Scritta a più riprese tra il 1903 e il 1904 e successivamente rivista nel 1906, la Sinfonia n. 6 in la minore, al pari delle altre “sinfonie centrali” della sua produzione, la Quinta e la Settima, segna il distacco dal discorso compositivo legato al mondo poetico del Wunderhorn e alla parola cantata delle prime quattro sinfonie.

Quelle della Sesta sono pagine di strumentalità pura, costellate di simboli che alludono a un programma interiore e all’idea fissa di un destino angoscioso e, appunto, tragico. Era lui stesso a definirla così, e sebbene sulla partitura licenziata per la prima edizione la sinfonia fosse indicata semplicemente come Sesta, ben presto l’appellativo Tragische divenne di uso comune per riferirsi a essa. Si tratta, non a caso, di un’opera carica di oscuri presentimenti che si conclude nella disperazione più cupa.

Basti pensare ai numerosi elementi musicali contrastanti, accostati con teatrale evidenza lungo il cammino della Sesta, con cui si materializza uno stato di disagio interiore continuo: il ritmo di marcia serrato, l’accordo del destino ostile intonato dalle trombe, la scelta di timbri particolari e inconsueti, come ad esempio le campane tubolari e i campanacci da pascolo che richiamano un altrove lontano e di solitudine profonda, fino ai famosi colpi di martello dell’ultimo movimento che sanciscono la definitiva sconfitta dell’uomo sotto le picconate di un destino crudele.

Il concerto del 25 gennaio è dedicato dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dal maestro Daniele Gatti e dall’Orchestra del Maggio alla memoria di Piero Farulli, nel centenario della nascita.
Violista di fama internazionale, è stato il fondatore e primo direttore della Scuola di Musica di Fiesole, un lascito straordinario per il territorio fiorentino considerato tutt’oggi uno dei centri di formazione musicale più importanti nel mondo.  Negli anni, Farulli ha chiamato a collaborare con la scuola fiesolana i più illustri solisti e direttori, tra i quali lo stesso Daniele Gatti. 
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