Harry Styles, trionfa a Bologna l'ultrapop senza etichette: «Vorrei che foste liberi di essere chi volete»

Grande successo ieri a Bologna (oggi è a Torino) per il cantante inglese, ex One Direction, protagonista di uno spettacolo gioioso e colorato a base di funk, rock e folk. Spazio anche a “Se telefonando” di Mina

Harry Styles, trionfa a Bologna l'ultrapop senza etichette: «Vorrei che foste liberi di essere chi volete»
di Mattia Marzi
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Martedì 26 Luglio 2022, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Prego, accomodatevi pure. Ma lasciate fuori dalla porta ogni pregiudizio. La casa di Harry Styles, per citare il titolo del suo ultimo album, è un posto dove chiunque è libero di essere quello che è, di muoversi come vuole, di baciare chi vuole. La notte della 28enne star all'UnipolArena di Bologna, ieri, più che un concerto è stata la celebrazione ultrapop del suo mondo e del suo popolo coloratissimo, composto da ragazze e ragazzi allergici a etichette e incasellamenti di qualsiasi natura. Look coloratissimi, cappelli da cowboy glitterati e boa piumati (a un certo punto il cantautore ne ha indossato uno anche con i colori della bandiera italiana): sembrava di essere al Coachella.

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In 15 mila molti dei quali accampati fuori dal palasport da cinque giorni hanno acclamato per un'ora e mezza di show l'ex One Direction, diventato uno degli artisti più influenti del nuovo pop mondiale e un portavoce della sua generazione anche a livello extra-musicale, reso un'icona gender fluid dai servizi per i quali ha indossato abiti femminili senza farsi problemi: «Stasera vorrei che foste liberi di essere chi volete», dice lui, in italiano, accogliendo i fan sulla porta di casa.

Non è un caso se intonando Lights Up, a metà concerto, gli spalti dell'arena assumano ciascuno un colore della bandiera arcobaleno, con un flashmob dei fan (armati di cartoncini): del mondo lgbt Styles è un sostenitore e lo scorso mese durante uno show a Londra ha pure aiutato un ragazzo italiano, Mattia, a fare coming out.

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L'inno


Ieri non c'era, tra i ragazzi che mostravano nel parterre fogli con su scritto We'll be alright (Andrà tutto bene), i versi della hit Fine Line diventati l'inno del popolo di Harry Styles. I fan hanno aspettato due anni per poter assistere allo show, rimandato dal 2020, una delle due sole occasioni per vedere in azione quest'anno in Italia la popstar da 15 milioni di copie vendute a livello mondiale (stasera si esibirà al PalaAlpitour di Torino, 14 mila biglietti venduti). Durante il concerto in platea c'era anche Walter Veltroni non mancano di far sentire tutto il loro calore a Harry: su Love Of My Life, dal nuovo album Harry's House, un altro flashmob tinge di giallo gli spalti dell'UnipolArena, richiamando i colori della copertina del disco schizzato a maggio in testa alle classifiche di 26 paesi. You are home, Tu sei casa, si legge ora sui fogli mostrati sotto il palco.

 


La nostra lingua


Harry ringrazia in italiano: «Sto imparando la vostra lingua, ma lentamente. Quindi siate pazienti con me. Alcuni dei momenti più felici e speciali della mia vita li ho vissuti in Italia. E sono molto grato per tutto quello che questo Paese mi ha dato». Accenna anche il ritornello di Se telefonando di Mina, lasciando tutti a bocca aperta. Sul palco, affiancato da una band affiatatissima, Styles non si risparmia: da Music for a Sushi Restaurant a Late Night Talking passando per Golden e Treat People With Kindness, Harry corre sulla passerella, salta, balla. L'ex One Direction spazia dal pop Anni '80 di Cinema al funk, improvvisandosi anche folksinger su Boyfriends. Con la ballata rock Sign of the Times all'inizio dei bis ricorda quando nel 2017 archiviò la boy band per diventare grande: un'interpretazione da standing ovation, mentre è già il momento dei saluti. Non prima di un poker micidiale composto da Watermelon Sugar, Medicine, As It Was e Kiwi, un pezzone hard rock che parla di party sfrenati, alcol e tutto il resto. La festa è finita, ma dalla casa di Harry nessuno sembra voler andar via.

 

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