Gianluca Grignani: «Basta con i guai, adesso vi racconto la mia rinascita»

Gianluca Grignani: «Basta con i guai, adesso vi racconto la mia rinascita»
di Mattia Marzi
4 Minuti di Lettura
Domenica 2 Agosto 2020, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 16:06

A 48 anni Gianluca Grignani non vuole più sprecare occasioni. Costretto a rimandare i festeggiamenti per i venticinque anni dall'esordio con Destinazione paradiso (era il 1995 e con quell'aria da bello e impossibile a 23 anni diventò l'idolo delle ragazzine), con i concerti in programma ad aprile spostati al 2021 (il 20 marzo sarà a Roma e il 27 a Milano), il cantautore milanese ha approfittato della quarantena per analizzare il suo percorso, fare autoanalisi e dedicarsi alla musica. Come non faceva da tempo.

L'ultimo album di inediti, A volte esagero, uscì nel 2014. Poi ha rischiato di perdersi tra guai giudiziari (nel 2014 venne arrestato a Riccione per resistenza a pubblico ufficiale: patteggiò un anno di reclusione, ma la pena fu sospesa) e apparizioni pubbliche da dimenticare. «Tutte situazioni che sono riuscito finalmente a lasciarmi alle spalle. Ora c'è solo la musica», dice Grignani, che parla dopo la recente separazione dalla moglie Francesca Dall'Olio (si sposarono nel 2003 e hanno quattro figli) e rinasce lavorando a Verde smeraldo, triplo album da 60 canzoni anticipato dai singoli Tu che ne sai di me, Dimmi cos'hai e Non dirò il tuo nome.

«Gianluca Grignani non è stato arrestato»

Grignani annulla il concerto alla Fiera del vino di Montefiascone. Dopo l'ironia dei social, la decisione: «Tengo alla mia dignità»



Un lavoro impegnativo, no?
«Lo è. E sto facendo tutto da solo. Ora che ho lanciato un'etichetta tutta mia (la Falco a Metà, ndr) faccio quello che mi va».

Riesce ad affrontare le spese?
«Sì. Lo studio è mio: niente affitti da pagare. Registro in casa in autonomia e abbatto i costi».

Con il mercato fisico ormai dissolto ha senso incidere dischi così onerosi?
«Delle logiche discografiche me ne frego: cambiano in fretta. Tanto vale sperimentare nuove soluzioni. I dischi usciranno uno dopo l'altro e saranno legati ai concerti».

Il primo quando lo pubblicherà?
«Spero entro la fine dell'anno».

Le canzoni come suonano?
«Ho riscoperto una scrittura leggera, come ai tempi di Destinazione paradiso. In questi anni sono stato più volte descritto come un personaggio difficile: ora racconto la mia rinascita».

I gossip hanno rischiato di offuscare la sua carriera: non sente di dover fare autocritica?
«Forse avrei dovuto essere più attento alla mia immagine. Non posso cambiare con lo schiocco delle dita tre frasi stampate su un giornale. Ne sono consapevole sin da quando ero ragazzo e il successo di Destinazione paradiso mi fagocitò».

All'epoca sparì per mesi: dove andò?
«In Sud America. Abbandonai tutto per seguire le donne che incontravo durante i viaggi».

Si sparse voce che fosse morto per overdose: come rispose?
«Ci scherzai su. Tornai sulle scene con La fabbrica di plastica e mi feci scattare una foto promozionale con scritto: Mi faccio solo di Nutella».

Mise da parte le ballate e virò verso un rock più spigoloso: da dove arrivava quella rabbia?
«Volevo distruggere il personaggio del bello e dannato che mi avevano costruito addosso. Una notte sognai Jimi Hendrix: mi diceva di prendere la chitarra e mettermi a suonare. Così mi ribellai».

E i discografici?
«Volevano che continuassi a fare ballate. Poi ascoltarono le nuove canzoni: li spiazzai».

Le vendite furono deludenti. Cosa non funzionò?
«Quelle scelte musicali erano troppo avanti per l'epoca. Ma La fabbrica di plastica ancora oggi è il disco più rock della musica italiana».

Vasco la prese sotto la sua ala protettiva. Poi?
«Ci siamo persi di vista. Diceva che ero bravo, ma il rock poteva farlo solo lui: forse dopo La fabbrica di plastica cominciò a temere che gli rubassi il posto (ride)».

Oggi il rock italiano da chi è rappresentato?
«Da lui, da Ligabue, dai Litfiba. Io ho portato avanti il discorso a modo mio».

Rapper e trapper hanno un'attitudine ribelle: cosa ne pensa dei loro testi?
«Mi divertono. Meno le basi».

In passato ci sono stati attriti con Salmo.
«Mi ha citato in un pezzo utilizzando parole non lusinghiere (Ogni volta mi guardo allo specchio mi tocco le palle pensando a Grignani, ndr). Io non ho mai usato il suo nome per farmi pubblicità».

Con sua moglie cos'è successo?
«Abbiamo deciso di separarci. La relazione era instabile da un po', ma sono due anni e mezzo che sono immerso nel lavoro e ciò non ha aiutato. Durante la quarantena abbiamo preso la decisione definitiva».

 

 


Dovrà lasciare casa? E lo studio?
«No. Per ora resterò qui».

Pensa a Sanremo 2021?
«Ci andrei come ospite».

A 48 anni ha chiuso con i colpi di testa?
«Sono cambiato.

Oggi mi sento migliore e non vedo l'ora di tornare sul palco. È l'unico posto in cui mi sento veramente bene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA