Ghali, il racconto fantastico e sociale del tour nel palazzetto

Ghali
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Domenica 21 Ottobre 2018, 20:42
C'è teatro, cinema, moda, commedia e musica nello show che Ghali ha messo in scena al PalaAlpitour di Torino, prima tappa del tour Dai palazzi ai palazzettì. La traiettoria dell'artista, dall'emarginazione alla fama, scorre sotto traccia nel racconto fantastico enunciato in parole e immagini di fronte ai festanti presenti, 8mila secondo gli organizzatori. In apertura, un cortometraggio di 4 minuti presenta le origini del rapper milanese come una favola urban fantasy, con uno sciamano che vede il passato e il futuro di Ghali tra riprese girate in Tunisia e filmini di famiglia. Sulle note di Lacrime il cantante emerge dal basso in un palco tecnologico: il pavimento a led trasmette immagini che seguono i suoi passi, mentre pannelli semitrasparenti calano e si rialzano mostrando video olografici. Ma il palco è prima di tutto lo spazio in cui Ghali si muove con confidenza: il suo canto è raramente sostenuto da backing track e il suo istrionismo emerge grazie alla spalla comica dell'amico immaginario Jimmy, interpretato dal cerchio di luci sovrastante.

Anche grazie ai loro battibecchi, il tono vira spesso sul leggero, in sintonia con un pubblico pieno di bambini e che comincia i cori fin da 'Cazzo menè. Ma non mancano concetti più densi e attuali: tra la cantatissima
Pizza Kebab e Wily wily il maxischermo passa riprese di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Mario Borghezio, Carlo Giovanardi e manifestazioni neofasciste. Con l'arrivo della band sul palco, ben integrata anche visivamente (specie le due coriste che entrano con palandrane e turiboli), comincia la parte più politica: mentre Ghali canta di emarginazione e riscatto in Mamma o di violenza in Ora d'aria i visual comunicano contrasti, una crociera accostata a una nave militare e una serie di scontri di piazza.

«Non mi scordo gli insulti perché non siamo italiani - recita Jimmy, prima di 'Freestyle Salvinì - La nostra musica ha cambiato la nostra vita e ora il mondo lo cambiamo insieme.
Qui dentro siamo tutti uguali, fuori da qui si alzano i muri e si cacciano i deboli». Dopo la nascita e il conflitto, il terzo atto è tripudio pop: lo dimostrano i cori crescenti un brano dopo l'altro, mentre i visual si fanno più ambiziosi. A questo punto l'artista è pienamente a suo agio: guida i cori su
Ricchi dentro, canta da seduto sulla passerella in Come Milano e balla scatenato in Milano”.

Dopo Dende, il cantante compie l'ultimo dei suoi 4 cambi d'abito, un passaggio dalla tuta all'abito nero con i calzini bianchi, che ricorda Michael Jackson. Non è un caso, il Re del Pop insieme con Stromae è uno dei modelli dichiarati di Ghali che sul finale della hit Happy Dayscanta sopra le note di Wanna Be Startin Somethin”». Il finale in crescendo esalta sempre più i presenti: prima grazie alla comparsata di Capo Plaza su Ne è valsa la pena, quindi con Charlie Charles su Peace and Love. Dopo le animazioni danzanti di Zingarello e Habibì, un Ghali in pieno controllo del pubblico si congeda con Ninna nanna e Cara Italià, al termine di poco meno di due ore di teatro e rap.
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