Gabriele Deca? Uno pseudonimo: il musicista rivelazione è il figlio del giudice autore di Romanzo Criminale

Gabriele Deca? Uno pseudonimo: il musicista rivelazione è il figlio del giudice autore di Romanzo Criminale
di Rita Vecchio
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Domenica 1 Ottobre 2017, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 12:53
Militante nel pop-rock dell'underground romano, Gabriele Deca esce allo scoperto e pubblica il suo nuovo singolo, Le cose che non capirò mai. Classe '93, il cognome è uno pseudonimo. Figlio di Giancarlo De Cataldo, giudice della Corte d'Assise a Roma e autore di Romanzo criminale, uno dei più significativi romanzi scritti degli ultimi anni, da cui il film con la regia di Michele Placido, e i ventidue episodi della serie televisiva, diretta da Stefano Sollima.
«Le cose che non capirò mai è un testo nato da una situazione di staticità, tra caos e malinconia», spiega il cantautore romano, la cui musica è un insieme di contaminazioni, e che ama ascoltare da Paul Simon all'elettronica, da Lucio Dalla a Gilberto Gil e alla musica latino americana, ai cantanti romani come Gazzè e Silvestri. «Perché a volte ci si trova di fronte a domande più grandi di noi, e ci si concentra su dettagli del mondo che ci circondano». Da qui il titolo, «riflessione sulle cose stanno attorno, tra simbologia e rappresentazione, tra curiosità e paura, tra statica malinconia e voglia di ripartire».

IL BRANO
Il brano è anche un videoclip diretto da Giovanni Conte, in cui il protagonista gira per le stanze della casa associando situazioni quotidiane a una donna della sua vita che lo perseguita, come se ognuna di essa fosse uno spirito che lo tormenta. Nel video Deca riveste il ruolo secondario di narratore della storia, per far vivere il racconto con la sua musica, alla chitarra elettrica e al pianoforte. Il singolo è stato prodotto da Produttori Italiani Associati, mixato e registrato presso Sala Tre da Pietro Paroletti e masterizzato da Daniele Sinigallia nello studio Gli Artigiani di Roma. Gabriele Deca dà ufficialmente avvio a un progetto da solista cantautorale, anticipato dal brano Con molta calma. Lui che ha iniziato a suonare da giovanissimo, prima nella sua camera e poi collaborando con formazioni diverse che spaziavano dal punk al rock del sostrato musicale romano, si immagina nella posizione privilegiata dell'artista che rivendica attenzione con la sua musica. Tant'è che «il prossimo video, mi piacerebbe girarlo su un battello, magari sul Lungotevere, di notte e raccontare la condizione e il ruolo dell'artista. Eccessivo di carattere e per definizione, spesso sopra le righe, l'artista vuole i riflettori su di sé. Abbiamo tutti un lato spregiudicato e istrionico. Questo ci permette di urlare un messaggio che accomuni e raggiunga più gente possibile», con un sound caratterizzato dalla contaminazione di generi e sonorità, e testi che «si rivolgono a un interlocutore immaginario». Progetti futuri? «Andrò in giro a suonare e farò un disco. Mi piacerebbe molto collaborare con qualche rapper». Un sogno? «Esibirmi con l'orchestra e un coro di voci bianche. Magari all'Auditorium Parco della Musica».