Gabriele Ciampi, il direttore che piace ai presidenti Usa: «Roma resta la città più bella del mondo»

Gabriele Ciampi, il direttore che piace ai presidenti Usa: «Roma resta la città più bella del mondo»
di Andrea Andrei
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Giovedì 28 Dicembre 2017, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 23:41


Ha suonato per gli Obama, ha incontrato Papa Francesco e sarà il primo italiano a rappresentare il nostro Paese nella giuria dei prestigiosi Grammy Awards. Eppure Gabriele Ciampi, direttore d'orchestra e pianista, per prima cosa resta un romano doc, anche se vive a Los Angeles da ormai cinque anni.
 

 


IL TURISTA
«Quando torno qui mi rendo conto di quanto in realtà in questa città si viva bene - confida l'artista a Messaggero Tv - sarà che la vivo anche un po' da turista, sapendo che poi dovrò andar via. Per me resta la più bella città del mondo, e tornarci è sempre un'emozione». Gabriele tornerà ad esibircisi il primo gennaio, all'Auditorium Parco della Musica, dove darà il via al suo The 5th year tour, che celebra i suoi cinque anni di attività. Un successo che Ciampi, la cui famiglia gestisce un famoso negozio di pianoforti nella Capitale, ha costruito lontano da casa, negli Usa, dove è fra i direttori d'orchestra e compositori più apprezzati.
 
Tanto che è stato invitato a far parte della giuria dei Grammy Awards, gli equivalenti degli Oscar in ambito musicale. «Mi ha colpito il criterio di selezione racconta la Recording Academy, che si occupa dell'organizzazione dell'evento, stava cercando un compositore italiano da inserire in giuria. Una cosa che dimostra l'alta considerazione che c'è della nostra musica all'estero. Hanno fatto una selezione di tre mesi prima di scegliermi. Ed è interessante ciò che sono chiamato a fare: dovrò dare un giudizio esclusivamente sull'armonia e la melodia dei brani, senza curarmi delle etichette discografiche o dell'artista. Mi piacerebbe che criteri del genere venissero applicati anche al Festival di Sanremo, che è il concorso per eccellenza della canzone italiana. È una questione di diversa prospettiva: qui sono gli artisti che seguono le etichette, in America sono le case discografiche che scommettono sugli artisti. Ecco perché in Italia si curano lo show e l'immagine, ma non la musica, e l'esempio classico sono i talent show. Negli Stati Uniti se hai talento ti danno la possibilità di provarci, in Italia emergere è molto più difficile. Eppure quello che dico ai giovani è di non arrendersi: oggi grazie alla Rete le distanze fisiche si possono superare. Condividete la vostra musica, fatevi conoscere».

Lui l'ha fatto, e il suo talento l'ha portato fino ai vertici, aprendogli perfino le porte della Casa Bianca. «È stata Michelle a invitarmi. Le avevo inviato un mio cd e lei mi ha chiamato per chiedermi di esibirmi alla Casa Bianca - racconta - Mi ha sorpreso il cerimoniale estremamente complesso, ma incontrare il presidente Obama è stata una grande emozione». Ciampi è stato però anche più di recente a Washington, con la nuova amministrazione Trump. «La cosa interessante spiega è vedere come la musica vada oltre le differenze politiche e metta d'accordo tutti», segno che davvero l'arte può essere il linguaggio per superare i contrasti. «È stata un'esperienza pazzesca, anche se l'emozione maggiore ammette Gabriele è stata incontrare Papa Francesco. È un uomo di una forza straordinaria».
 

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