Fabri Fibra, nuovo processo per il rapper: accusato di aver diffamato Valerio Scanu

Il rapper Fabri Fibra
2 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Aprile 2017, 21:20
Il rapper Fabri Fibra dovrà affrontare un altro processo con l’accusa di aver diffamato nel corso di un concerto due anni fa il cantante Valerio Scanu. Lo ha deciso il gip di Milano Manuela Accurso Tagano che ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e ha disposto l’imputazione coatta per Fabrizio Tarducci, vero nome di "Fibra", in un procedimento che è, in sostanza, la seconda puntata di una querelle tra i due artisti che va avanti da qualche anno.
In passato il rapper di Senigallia era stato condannato dal tribunale milanese a una multa per aver offeso la reputazione di Scanu con alcune strofe della canzone "A me di te" pubblicata nel 2013 e nella quale, secondo la Procura, faceva riferimento «con scherno ai suoi orientamenti sessuali». Nel 2015, durante un concerto, Fabri Fibra ha riproposto quel brano senza però rappare i passaggi incriminati, ma rivolgendo il microfono al pubblico che li ha cantati al suo posto.

Da qui la nuova denuncia di Scanu sia per diffamazione che per istigazione a delinquere. Il pm Cristian Barilli ha deciso, però, di chiedere l’archiviazione per entrambe le contestazioni, valorizzando, tra le altre cose, il fatto che Tarducci durante la canzone avesse mostrato su un monitor alcuni passaggi della sentenza di condanna a suo carico del giudice Andrea Ghinetti.

I legali di Scanu si sono opposti all’istanza della Procura e qualche giorno fa si è tenuta un’udienza davanti al gip. Il giudice ha deciso di archiviare l’accusa di istigazione a delinquere spiegando, in sostanza, che è un reato a tutela dell’ordine pubblico e non si poteva applicare in questo caso. Non può essere archiviata, però, secondo il gip, l’accusa di diffamazione perché il rapper, facendo cantare il pubblico al posto suo, avrebbe contribuito all’offesa della reputazione del cantante, che vinse Sanremo nel 2010. La data del processo deve essere ancora fissata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA