Ezio Bosso trionfa a Santa Cecilia con un Beethoven che appartiene a tutti

Il Maestro Ezio Bosso
di Simona Antonucci
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Domenica 22 Dicembre 2019, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 20:46

Ezio Bosso ha la capacità di accendere focolari sonori. Quando sale sul palco, la distanza tra orchestra e pubblico non esiste più. La musica acquista un senso di necessità, diventa un tesoro che appartiene a tutti, anche a chi solitamente si sente escluso dai riti accademici. 

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Sabato sera, per l’ultimo appuntamento del 2019 di Santa Cecilia, gli spettatori hanno accolto in trionfo il maestro torinese che per il suo ritorno al Parco della Musica ha proposto uno dei suoi compositori di riferimento, Beethoven, per dirigere due delle sinfonie più conosciute, la Quinta e la Settima.

Dopo i concerti sold out, nel 2017 in Cavea proprio con la Settima di Beethoven e nel 2018 con la sua Sinfonia “Oceans”, sabato sera Bosso è stato protagonista appassionato, con l’orchestra, dell’appuntamento che fa da preludio alle celebrazioni nel 2020 per i 250 anni dalla nascita del genio di Bonn. Un doppio anniversario anche perché la Quinta fu eseguita per la prima volta proprio negli ultimi giorni del 1808.

«Era il 22 dicembre», racconta il direttore, «quando la Sinfonia venne presentata al Theater an der Wien. Una coincidenza che mi dato una scossa di emozione in più. Io l’ho restituita al meglio delle mie possibilità. E del resto», scherza, «è veramente difficile imbruttire una partitura così bella».

Ezio Bosso ha raggiunto il podio accompagnato dalla sua assistente, un veloce saluto al pubblico e poi già con le quattro note introduttive ha manifestato un’intenzione sonora travolgente, in sintonia con un’orchestra emozionata, da grande occasione. «La bacchetta», ha spiegato più volte il Maestro che soffre di una malattia neurologica «è il mio potere forte. La maschera che nasconde il dolore. Quando la poggio, tutto mi piace un po’ meno».

Prima di poggiarla, accompagnato dal pubblico in piedi a omaggiarlo, oltre a Beethoven si sono sentiti l’ardore, il piacere di fare musica insieme, l’attenzione nello stimolare la partecipazione del pubblico, la cura nei dettagli, insieme con una salda consapevolezza formale.

La serata, cui hanno assistito anche Diego Bianchi con la redazione di Propaganda Live, Alessandro Preziosi con i figli, Stefano Coletta, direttore di Rai3, si è trasformata in un evento corale, in linea con i suoi impegni divulgativi e televisivi (il prossimo il giorno di Natale su Rai3), che ha coinvolto un pubblico nuovo, diverso da quello che settimanalmente affolla le sale dell’Auditorium, molto giovane, scatenato. Applausi anche per il bis, l’ouverture da Nozze di Figaro di Mozart.

«Oltre alle sue capacità musicali», spiega Michele Dall’Ongaro, musicologo, sovrintendente di Santa Cecilia, «gli spettatori amano il modo in cui Bosso veicola la musica. Riporta le emergenze e le inquietudini della partitura e restituisce un Beethoven che appartiene a tutti». 

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