Elio e le Storie Tese, nuovo lp e un tour anche a Roma: «Noi, tutti contro tutti»

Elio e le Storie Tese, nuovo lp e un tour anche a Roma: «Noi, tutti contro tutti»
di Marco Molendini
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Martedì 15 Marzo 2016, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 16:39

Uno se lo immagina poco, eppure il milanese Elio giura che è così. Quando è a Roma, a notte fonda se ne va in giro a guardare la città in santa pace, da appassionato confesso di antica Roma: «C'è una densità di opere d'arte che non ha paragoni al mondo - racconta -. E, allora, con il mio amico architetto Mangoni andiamo a osservare tutte queste meraviglie, senza avere intorno chi chiede continuamente: Elio foto, Elio autografo». Anche Rocco Tanica, rientrato nei ranghi dopo l'evasione sanremese (dove è uscito momentaneamente dal gruppo per evitare conflitti di interesse, essendo stato ingaggiato per le rassegne stampa a fine serata) ha un forte ricordo romano: «Una notte con James Taylor. Una ventina di anni fa ebbi il privilegio di suonare con lui, poi mi chiese di fargli fare un giro per vedere la città che non conosceva. E, siccome non la conoscevo neppure io, non mi rimase che improvvisare. Gli dicevo: questo è stato edificato da Giustiniano succeduto a Cicerone che aveva fatto a causa a Platone. E lui commentava: very interesting. Erano solo fregnacce. L'autista, però capiva l'inglese, così lo scongiurai di non smascherarmi. Mi rispose: “Non si preoccupi, dottò”».

ASSENTI
Elio e Rocco, in compagnia di Cesareo, la chitarra della band, sono venuti in delegazione e in rappresentanza anche degli assenti in visita al Messaggero: «Siamo tanti, forse troppi. Quando dobbiamo viaggiare, facciamo un'estrazione e i fortunati partono». L'occasione postsanremese, l'ormai obbligatorio tour delle librerie, serve per preannunciare il vero tour, quello che partirà il 29 aprile da Milano (Forum di Assago) e che a Roma sbarcherà il 7 maggio, al Palalottomatica. Serie di concerti battezzata “Piccoli energumeni tour”, che conferma non solo la vocazione del gruppo a non fermarsi mai, da veri stakanovisti della musica dal vivo («siamo una piccola azienda che fa lavorare una cinquantina di persone» fanno notare) e che arriva dopo 37 anni di vita (la fondazione della premiata ditta risale al 1979, anche se il primo concerto ufficiale è dell'80 a una festa di pensionati milanesi).
 
Un lungo percorso senza scossoni, separazioni, litigi: «Il nostro segreto? E' che ognuno fa quel che vuole, non c'è nessun obbligo a stare insieme» è la risposta. Temprata subito dall'irresistibile vocazione alla battuta di Elio: «Il nostro è un tutti contro tutti. E questo tempra, così siamo diventati fortissimi». La cosa singolare è che in 37 anni gli Elii non hanno mai avuto tanta visibilità e attenzione come oggi. La pubblicità, Sanremo, Elio giudice a X Factor, i tantissimi concerti, ovviamente i dischi. Anche in questo ultimo caso sulla sponda convinta del demezial-provocatorio e con la vocazione al citazionismo spinto, tanto che l'ultimo album, Figgatta de blanc, richiama il celebre Reggatta de blanc dei Police, così come la canzone sanremese, Vincere l'odio (collage di ritornelli), era una un condensato di tutta la possibile sanremesità musicale: «Siamo dei citazionisti perché siamo degli appassionati ascoltatori - spiega Rocco -. Anzi, siamo fra gli ultimi ascoltatori. Mi sembra che oggi i giovani ascoltino molto meno. Tanto che oggi la citazione a volte può suonare addirittura come una novità».

L'album ha avuto anche un'edizione de luxe molto particolare con un curioso oggetto regalo: «Come i Beach boys parlavano di belle vibrazioni, così anche noi abbiamo pensato che la musica, ascoltandola, potesse dare vibrazioni corporee. Quindi abbiamo allegato, a questo prestigioso cofanetto, un vibromassaggiatore di un'azienda leader del ramo. Insomma, è una cosa che non si trova in un sex shop qualsiasi, fa parte di un gamma alta, è particolare e può andare a tempo di musica. Quindi attenzione: se la tua musica è così così, anche il tuo godimento scade. Ci vogliono playlist molto potenti» avverte Cesareo. E Rocco precisa: «La nostra missione è questa: noi non abbiamo voluto associarci al clima della tv del dolore. Troppo speculativa. Allora si può dire che, se da una parte Barbara D'Urso è vicina alla gente che soffre, noi siamo vicini alla gente che gode». Certo che, visto il clima che c'è in giro con sempre meno persone a godersela, Le storie tese rischiano di rivolgersi a una nicchia: «Che noi allarghiamo da 37 anni» specifica Elio. E Rocco chiosa: «Viva la nicchia e che dio la benedicchia».

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