Le sue I Will Survive di Gloria Gaynor e Life on Mars di David Bowie sono da brivido.
«La ringrazio, ma tutto nasce da ego senile. Sa, a una certa età si ha voglia di raccontare un po' la vita. La mia è stata randagia».
Mi parli di New York.
«Avevo un negozio di abiti usati frequentato da artisti, leggevamo Capote e ascoltavamo Aretha Franklin. Non facevo parte della Factory di Warhol, genio lui, il resto un codazzo. Andy però era simpatico, parlavamo di capelli bianchi».
È lì che si formò musicalmente?
«No, in casa. Mia madre ascoltava i Beatles, mio padre Rachmaninov. A teatro porto dal tango a A Vucchella, Don Backy, Amy Winehouse. Li ho messi in recital sapendo che le vecchie attrici le piazzano a Broadway».
Non ha certo scelto per generi.
«Una vita discontinua mi ha insegnato che la qualità sta in tutti i tipi di persone perciò anche in tutti i tipi di musica. Nel mio periodo londinese ascoltavo molto metal. Judas Priest, Ac/Dc, quella roba lì».
E David Bowie?
«Mi passò il parmigiano in una trattoria fiorentina. Si era appena sposato».
Come fa a funzionare così bene su web, a teatro, in tv?
«In tv apprezzano la mia parte pungente, a teatro restano basiti. Forse si aspettano un monologo da Zelig, non uno spettacolo dove si ride e si fanno dolcissimi pianti. Un orefice bolognese per ringraziarmi mi ha regalato orecchini a forma di tortellino».
Per chi tifava a X Factor?
«Andrea Radice e Sem & Stenn, duo che aveva un'idea musicale precisa. Non amo le belle voci o i mielismi, ma le personalità».
Damiano dei Maneskin dice che la sua performance in tacchi a spillo non s'era mai vista prima.
«Si figuri! Per un'anziana come me queste sono citazioni, non provocazioni. Lui è bravo, gli auguro il meglio».
Cosa pensa del creatore di Drusilla?
«Persona perbene. Dice di avermi inventata, è un mitomane».
Il suo rapporto con il grande Paolo Poli?
«Era sensibile, libero, di cultura sterminata. Eppure a casa sua non trovai pareti di libri. Diceva: Quando son letti son letti, vanno regalati agli altri. Un intellettuale, un uomo che di ciò che conosce fa una sintesi e crea un'opinione».
Come sarà il suo 2018?
«Farò due progetti teatrali e un film».
Niente Sanremo allora?
«Se il direttore artistico fosse stato Mika, mi avrebbe già chiamata».
Parco della Musica, viale de Coubertin, ore 21
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