Nino D'angelo, come cresce uno scugnizzo

Nino D'angelo, come cresce uno scugnizzo
di Enrico Gregori
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Domenica 24 Dicembre 2017, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 18:57
E' molto facile identificare Nino D'Angelo come una sorta di capostipite dei neomelodici napoletani, magari anche un po' becero.

Purtroppo certe etichette reistono al tempo e all'evidenza dei fatti, anche se Nino a un certo punto ha dato una svolta alla sua musica rendendola ricca di contamninazioni etniche e strumentali che non hanno alcunché da invidiare ai massimi rappresentanti del genere.





Nel 1996 arrivano i primi riconoscimenti del nuovo percorso artistico come l'incontro con la regista Roberta Torre che gli propose di girare un cortometraggio, "Vita a volo d'angelo" che fu poi presentato al Festival di Venezia riscuotendo molti apprezzamenti. L'anno dopo la stessa Torre gli propose di realizzare la colonna sonora al suo primo lungometraggio, "Tano da morire", con il quale D'Angelo ha vinto, tra altri premi, il David di Donatello come miglior musicista e il Nastro d'Argento per la miglior musica assegnato dal SNGCI.

Nel 1997, Nino scrisse il suo primo musical, Core pazzo, che ottenne molto successo. Sempre nello stesso anno pubblicò l'album A 'nu passo d' 'a città, dove opera l'ennesima svolta artistica, tra Jazz e Musica etnica, il 21 giugno dello stesso anno nel giorno del suo 40º compleanno tiene un concerto nel quartiere periferico Scampia con più di 10.000 persone.

 
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