Il venezuelano Dudamel sarà il nuovo direttore musicale dell'Opéra di Parigi

Il direttore d'orchestra venezuelano Gustavo Dudamel
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Venerdì 16 Aprile 2021, 18:20

Il venezuelano Gustavo Dudamel sarà il nuovo direttore musicale dell'Opéra di Parigi, dal prossimo agosto per sei anni, pur rimanendo alla guida della Los Angeles Philharmonic Orchestra. «Sono molto commosso e grato di essere qui oggi in questa magnifica casa», ha detto Dudamel collegato ad una conferenza stampa via Zoom dal Palais Garnier, lo storico tempio dell'opera parigina.

La Bohème

Dudamel, che ha diretto per la prima volta l'orchestra dell'Opera di Parigi per La Bohème di Puccini nel 2017, sostituirà lo svizzero Philippe Jordan. «Quando ho diretto quell'opera ho trovato la mia casa spirituale», ha detto il venezuelano.

Considerato fin da giovanissimo come un prodigio della bacchetta, lo stile di Dudamel è inconfondibile: con la sua folta chioma riccia, il direttore dirige con un gesto energico, suscitando l'emozione del pubblico dei più grandi palcoscenici del il mondo. L'Opera di Parigi per lui è una nuova sfida, visto che è più conosciuto per la direzione di orchestre sinfoniche che per quella di orchestre liriche. 

Fin da adolescente, Dudamel si è distinto grazie al System of Children's and Youth Orchestras of Venezuela, un programma che ha dato a migliaia di bambini non abbienti accesso all'educazione musicale e che è stato replicato in più di 40 paesi. In seguito, grandi direttori, come il britannico Simon Rattle, hanno notato il giovane prodigio, che all'età di 17 anni già dirigeva l'orchestra giovanile Simón Bolívar nel suo Paese. Nel 2004 ha vinto il primo concorso di direzione di Gustav Mahler in Germania, che gli ha aperto le porte della Gothenburg Symphony Orchestra in Svezia. Successivamente, a soli 28 anni, ha firmato come direttore musicale a Los Angeles. Attualmente è uno dei direttori più pagati al mondo, secondo la stampa americana, che stima il suo stipendio annuo in tre milioni di dollari.

María Valverde

Dudamel, sposato con l'attrice spagnola María Valverde, è stato anche oggetto di critiche da parte di chi ritiene che per molto tempo abbia evitato di denunciare gli abusi del chavismo in Venezuela, presenziando a cerimonie ufficiali, come ai funerali di Hugo Chávez. Un silenzio che ha rotto nel 2017, quando ha criticato la brutale repressione delle proteste che aveva provocato circa 200 morti nel Paese sudamericano.

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