Concertone, l'ira dei Marlene Kuntz: «Ci hanno tagliato, che Paese»

Concertone, l'ira dei Marlene Kuntz: «Ci hanno tagliato, che Paese»
2 Minuti di Lettura
Domenica 1 Maggio 2016, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 21:18
«Per un pasticcio di qualche tipo è stata tagliata Nuotando nell'aria. Evitiamo di voler capire quale tipo di pasticcio è stato: ma a volte in Italia se fai rock in un certo modo sei veramente un marziano. Che Paese...». I Marlene Kuntz affidano a Facebook lo sfogo per essersi vista tagliata dalla loro esibizione una delle canzoni che avevano previsto di portare sul palco del Primo Maggio a Roma. «Beh: il resto ci è sembrato figo. Speriamo anche per voi», ha concluso la band.

«Siamo scesi molto incazzati dal palco, al termine della nostra esibizione. C'è stata una sorta di misunderstanding, non si capiva cosa dovevamo fare. E così ce ne siamo andati. Non credo ci sia un colpa, però....». I Marlene Kuntz, ancora a caldo, commentano così la loro esibizione al Concertone del Primo Maggio a Roma, che è stata tagliata nella parte finale, sulla terza canzone in scaletta «Nuotando nell'aria». «Ci sono situazioni in cui i gruppi che fanno rock come noi sono visti come marziani. Siamo stati penalizzati, non so se ad altri gruppi sarebbe successo quello che è successo oggi a noi. Eppure facciamo musica da 25 anni, meriteremmo meno disattenzione», hanno sottolineato.
Gli organizzatori: «Errore tecnico, saranno i primi ospiti del 2017». «C'è stato un'incomprensione con la regia, un errore tecnico che ha portato all'interruzione anticipata dell'esibizione dei Marlene Kuntz.
Ma con loro abbiamo già chiarito e l'anno prossimo saranno di nuovo qui. Sono i primi ospiti che annunciamo per il 2017». Massimo Bonelli della iCompany, che organizza il Concertone del Primo Maggio a Roma insieme a Ruvido Produzioni, chiude così l'incidente di percorso con la band piemontese e coglie l'occasione per fare il punto sulla lunga maratona musicale. «Ci diamo un 7. Al nostro secondo anno, l'evento sta prendendo la forma che volevamo. Più musica e meno parole».
© RIPRODUZIONE RISERVATA