Chiara, basta paure: «Questo nuovo album mi ha fatto dimagrire»

Chiara, basta paure: «Questo nuovo album mi ha fatto dimagrire»
di Marco Molendini
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Marzo 2017, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 21:16

Chiara ora ha le idee chiare. E' un gioco di parole, ma rende bene l'idea su quale sia la situazione della ex ragazza veneta, vincitrice cinque anni fa di X Factor: «Ero pronta a dire basta, stanca di fare musica tanto per farla» racconta. E lo fa sorridendo, pienamente convinta di quanto le stia succedendo. Intanto le è successo di andare a Sanremo e avere la possibilità di far ascoltare al grande pubblico un nuovo album che sembra il rovescio della medaglia della musica che si fa nei talent: si chiama Nessun posto è casa mia, stesso titolo della canzone portata all'Ariston. Soprattutto le è successo di essere soddisfatta e di aver un sorprendente risultato, anche fisico: «Sono tornata magra come quando ho cominciato a fare questo lavoro, 12 anni fa. E' finito lo stress. Non mi interessano più neppure le critiche o le pagelle che ti stroncano durante il Festival», assicura convinta.

Tutto merito di Mauro Pagani che ha curato il disco?
«Ammetto di aver smesso anche di bere come una veneta pazza e di mangiare schifezze. Ma la verità è che mi sento serena. Mauro l'ho incontrato per caso, quando buona parte del materiale era già pronto. La cosa formidabile è che lui aveva su di me la mia stessa idea: che era il momento di sfrondare il mio modo di cantare, cercando l'essenziale».

Vittima dei talent, con la gara che spinge a stupire e a cantare sopra le righe?
«Sei costretta a farlo. Ma avevo bisogno di tornare a rispettare i miei gusti, visto che ho sempre ascoltato i cantanti che hanno uno stile asciutto».

Ma perché ci ha messo tanto, cinque anni, a liberarsi di quella impalcatura?
«L'esposizione che vivi in un talent, ti condiziona. Sicuramente si è creata della confusione dentro me stessa. Comunque meno male che X Factor c'è stato, altrimenti non sarei qui adesso. E poi, ammetto, per farlo ho sudato tanto. Mi sono candidata ogni anno da quando è nato».

E l'hanno sempre bocciata.
«Non ho mai superato il precasting».

E poi?
«Finalmente ho trovato qualcuno che mi ha ascoltata».

Ha vinto la testa dura.
«Sono cocciuta, senza dubbio. I primi provini li ho fatti a 17 anni. E, prima di X Factor, ho provato a entrare anche ad Amici, dove per quattro anni sono arrivata alla finali, ma senza entrare nel cast».

Lei è laureata in economia, quando ha deciso di diventare cantante?
«Da quando sono nata. A un anno ascoltavo Mina. A due anni, non avevo ancora i denti, dicevo alla gente: state zitti e ascoltate e mi mettevo a cantare. A 7 anni volevo diventare una Spice girl. A 18 sono andata via da casa. Ho detto ai miei: ora vado a Roma».

E loro?
«Aiuto! Ma poi hanno accettato. Mio padre ama la musica, è diplomato al Conservatorio».

Come ha fatto a vivere?
«Suonavo nei bar a 50 euro a sera che bastavano a malapena a pagare i microfoni in affitto. A un certo punto mi sono anche aiutata mettendo a profitto la mia laurea in Economia e ho fatto la trader».

Quell'esperienza le sarà venuta utile per investire i suoi guadagni, dopo la vittoria a X Factor.
«Ho comprato solo bot. Niente rischi».

Col disco un po' ha rischiato. Lo ha fatto anche a Sanremo, andandoci con una canzone antifestivaliera, perfino priva di ritornello, il gancio su cui tutti puntano inevitabilmente e, spesso, sfacciatamente.
«Sono andata a Sanremo non pensando minimamente di vincere ma per avere una vetrina ampia dalla quale far conoscere bene quale sia la mia nuova direzione. Avrei potuto scegliere anche un pezzo di impatto maggiore, ma ho voluto puntare su quello che illustrava meglio il lavoro che ho fatto con Pagani».

Il disco è arrivato al nono posto in classifica. Se vuole spingerlo ancora dovrà andare in concerto.
«Il 23 aprile ho una data al Blue note di Milano, dove ci sarà anche Pagani. Ho puntato su un jazz club, un ambiente giusto per le mie canzoni in cui posso cantare come quando andavo in giro nei bar, nuda e cruda. In senso musicale, intendo».

E poi?

«Voglio fare un tour sensato, scegliendo posti intelligenti. E lo farò».