Carmen Consoli: «Iniziai da ragazzina con Elvis. Poi scoprii che era morto: ci rimasi male»

«Resistere ai compromessi e alle mode? È la cosa più semplice». Prima del concerto di stasera all'Auditorium parco della Musica di Roma, l'artista si racconta

Carmen Consoli: «Iniziai da ragazzina con Elvis. Poi scoprii che era morto: ci rimasi male»
di Mattia Marzi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Luglio 2022, 09:01

«Resistere ai compromessi e alle mode? È la cosa più semplice. Faccio un disco ogni sette anni, se mi viene. E come voglio io: non penso ai numeri, ma alla coerenza», dice Carmen Consoli. Con l'album Volevo fare la rockstar, uscito lo scorso settembre, la 47enne cantantessa siciliana si è ripresa il suo posto nella scena italiana, quello di una rockeuse d'altri tempi che a venticinque anni dall'esordio non ha perso neppure un briciolo della grinta degli esordi. «Cito Gino Paoli: Sono una dilettante, non una professionista», sorride lei, che con i suoi musicisti sul palco si diverte ancora come ai tempi dei primi concerti nei club della sua Catania.

Concerti a Roma fino al 31 luglio: da Patti Smith a Steve Hackett, da Riccardo Cocciante, a Carmen Consoli

Carmen Consoli, stasera il concerto a Roma

Stasera il tour estivo legato al suo nono disco fa tappa alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica, dove la Consoli riceverà anche il Premio Amnesty International Italia per il brano L'uomo nero (lo aveva già vinto nel 2010 con Mio zio), contenuto nell'album: «L'avevo scritta anni fa pensando allo scenario distopico di una nuova dittatura.

Oggi è attualissima», riflette.

 


Cos'era il rock per la bambina sulla copertina del disco?
«Avere una chitarra tra le braccia. Le luci colorate puntate addosso, sul palco. E poi, chissà per quale strano motivo, avevo associato all'immagine della rockstar la gomma da masticare rosa. Partì tutto con una cassetta di Elvis che mi regalò mio padre. La consumai. Ci rimasi malissimo quando scoprii che era morto anni prima».


Degli esordi cosa ricorda?
«Le serate nei club di Catania a suonare con impianti improbabili. Facevo le cover di Grace Slick. All'epoca la mia città fu ribattezzata la Seattle d'Italia. Di tanto in tanto passavano nei locali anche i Sonic Youth e Morrissey».


Cosa le è rimasto, di quegli anni?
«L'attitudine. Che è rock, appunto. In quegli anni non potevamo permetterci chissà quali effetti, per i nostri strumenti e per la voce. Ancora oggi ai miei fonici dico: Non mettetemi il riverbero: ho bisogno di sentire la mia voce secca».


La scaletta cosa prevede?
«Il concerto è una sintesi della mia storia dagli esordi fino ad oggi. Ci sono i brani di Volevo fare la rockstar ma anche pezzi come Fiori d'arancio, Parole di burro, Amore di plastica, L'ultimo bacio».


E quelli più impegnati del suo repertorio?
«Mi piace parlare di attualità ma senza stare troppo a sottolineare quello che voglio dire nelle canzoni. Evito la retorica. In Qualcosa di me che non ti aspetti parlo di illustri sciamani che dicono che l'effetto serra è una superstizione da scienziati. Ho scoperto che Adriano Murania, che oltre a far parte della band è anche primo violino del Teatro Massimo di Catania, suona molto bene la chitarra: insieme abbiamo riarrangiato AAA Cercasi».


La scrisse nel 2010, ai tempi dello scandalo del Bunga bunga. Come mai la suona ancora?
«Perché è sempre attuale. Battiato in quegli anni cantava, con sarcasmo: Che male c'è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello Stato?».

Le manca?
«Manca a tutti, secondo me. Qualche altra canzone di Franco oggi sarebbe necessaria. In concerto lo omaggio con Tutto l'universo obbedisce all'amore, che incidemmo insieme nel 2008. Anzi, omaggio è una parola che non mi piace: lo ringrazio».

Ci saranno altre sorprese?

«Sì. Con la mia band, composta da sette elementi, tra chitarre, archi, batteria, basso e tastiere, ho riarrangiato alcuni brani, che ora suonano in maniera diversa. Sono un leader partecipativo: ognuno deve tirare fuori la propria personalità».


Ospiti?
«Verrà a trovarmi Marina Rei. Suoneremo insieme il nuovo singolo Un momento di felicità. Io ricambierò il favore raggiungendola a Santa Severa domani».
Auditorium, via Pietro de Coubertin 30. Stasera, ore 21.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA