Boomdabash: «Scartati da Amadeus, arriviamo ovunque ma non a Sanremo...però ci riproveremo»

La band salentina con Annalisa ha scalato le classifiche con “Tropicana”

Boomdabash: «Scartati da Amadeus, arriviamo ovunque ma non a Sanremo...e ci riproveremo»
di Mattia Marzi
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Domenica 28 Agosto 2022, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 11:34

Un Disco di platino per l'equivalente di oltre 100 mila copie vendute, tra download e streaming. Una media di un passaggio all'ora in radio secondo le stime di RadioMonitor. Oltre 35 milioni tra ascolti su Spotify per il singolo e visualizzazioni su YouTube per il video ufficiale. Anche quest'anno i Boomdabash si sono presi il loro spazio nella corsa al titolo di tormentone estivo. Tropicana, che il gruppo salentino composto dai cantanti Biggie Bash (vero nome Angelo Rogoli) e Payà (Paolo Pagano) e dai dj Blazon (Angelo Cisternino) e Mr. Ketra (Fabio Clemente), tutti tra i 35 e i 40 anni, ha inciso insieme ad Annalisa, è una delle canzoni più cantate e ballate sulle spiagge.

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D'altronde non ne sbagliano una da quattro anni: con Non ti dico no, Per un milione, Mambo salentino, Ti volevo dedicare, Karaoke, Don't Worry, Mohicani e Fantastica si sono portati a casa la bellezza di 23 Dischi di platino, prendendosi le classifiche dopo anni di gavetta. «E pensare che anche quest'anno siamo stati scartati da Sanremo. Amadeus ci ha detto di no», sorride dall'altra parte del telefono Biggie Bash.
Proprio con Tropicana?
«No. Con un pezzo inedito che farà parte del nostro nuovo album di inediti, in uscita all'inizio dell'anno prossimo. Sarà il disco di svolta della nostra carriera».
Addirittura?
«Sì. Ci stiamo lavorando da un anno: tempi biblici rispetto alla discografia di oggi, dove i dischi vengono fatti in due mesi. Stiamo sperimentando, cercando influenze anche all'estero. E abbiamo un sogno nel cassetto».
Solo uno?
«Uno in particolare. Ci piacerebbe incidere un duetto con Zucchero».
Avete già provato a chiederglielo?
«Non ancora. Stiamo sondando pian piano il terreno. E vogliamo presentarci da lui con la canzone perfetta, per non sciupare l'occasione: deve dirci sì».
Altri nomi?
«Vorremmo provare a chiudere duetti con Sean Paul e Damian Marley (uno dei figli del leggendario Bob, ndr). Sono da sempre tra i nostri punti di riferimento».
Il budget a disposizione dev'essere importante.
«I discografici si fidano.

In questi anni abbiamo dimostrato di essere una macchina da guerra. E abbiamo una fan base imponente, che ci supporta e ci segue ovunque. Se non hai uno zoccolo duro di fan non vai da nessuna parte. Ce ne accorgiamo ogni settimana, quando al primo posto in classifica va il fenomeno di turno, che poi dura come un gatto in tangenziale. Sbaglia chi ci considera un gruppo da singoli. Il nostro ultimo disco, Don't Worry, uscito nel 2020, ha vinto il Disco di platino».

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Però non era un album di inediti, ma una raccolta di hit.
«Vero. Ma noi lo consideriamo un disco a tutti gli effetti, considerando che non ne pubblicavamo uno da due anni. Tra il 2018 e il 2020 abbiamo lavorato alla musica come si faceva un tempo, puntando sui 45 giri, prima di raccoglierli in un album».
Mai pensato ad un lancio internazionale?
«Ci stiamo preparando a sbarcare sul mercato latino».
I possibili duetti con Sean Paul e Damian Marley rientrano nell'operazione?
«Sì. Si tratta di azzeccare i pezzi. Alla fine quello che abbiamo sempre fatto in questi anni è stato entrare in studio e uscire pensando: Questo pezzo funziona. Il nostro intuito non ha mai sbagliato».
Se l'album uscirà all'inizio del 2023, significa che riproverete a giocarvi la carta Sanremo.
«Lo faremo senz'altro. Ma con un altro pezzo, non quello che avevamo fatto ascoltare ad Amadeus quest'anno. Considerando che il direttore artistico è lo stesso, difficilmente cambierà idea su quella canzone».
 

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