Tra tradizione e modernità, musiciste professioniste e non, di ogni età, cantano su musiche arabe, classica e jazz, fondendo il sapere musicale d'Oriente a quello d'Occidente, creando così un vero e proprio inno alla diversità come valore aggiunto e il cui titolo significa "Giovane Donna". Un promessa d'amore ad un uomo in partenza e che forse non tornerà; un pezzo che appartiene alla tradizione araba tunisina di cui si è scelto di mantenere la lingua originaria, ma che viene rielaborato nell'arrangiamento e nel testo, conquistando così un sound innovativo. Il violino classico di Alkabir Alhasani (dalla Siria), già membro dell'Orchestra Nazionale Siriana e della Syrian Philharmonic Orchestra, si accosta al kanun della giovane Dima Dawood (nata a Damasco e ora di base a Berlino). A loro si aggiunge il contrabbasso della jazzista Derya Davulcu (dalla Turchia), insieme alla darbouka di Sana Ben Hamza (dalla Tunisia); il violoncello dell'esperta Eszter Nagypal (Ungheria), che conta collaborazioni anche con i maestri Nicola Piovani ed Ennio Morricone, accompagna il flauto nay di Valentina Bellanova (dall'Italia), una novità per un'italiana che suona uno strumento tipico della tradizione araba e che oggi insegna in Germania nel Conservatorio di Musica Turca ed alla Global Academy di Berlino. Al pianoforte c'è Sade Mangiaracina (Italia/Tunisia), tra i dieci protagonisti del jazz italiano del futuro, con un fan d’eccezione come Paolo Fresu, produttore del suo ultimo disco; le percussioni rimbombano sotto le mani di Vera Petra (Italia), mentre il flauto traverso è affidato a Silvia La Rocca (Eritrea/Etiopia), che ha condotto studi al Conservatorio di Musica Santa Cecilia, oltre ad annoverare una carriera decennale in ambito concertistico. Nel coro ritroviamo l’esperienza di Kavinya Monthe Ndumbu (Kenya) e Yasemin Sannino (Turchia) - voce de “Le Fate Ignoranti” di Ferzan Özpetek, il tutto fuso alla passione di Hana Hachana (Tunisia), appena ventiquattrenne e di professione estetista, che si alterna a Nadia Emam (Italia/Egitto), cresciuta in Toscana ma decisa a non abbandonare le proprie origini egiziane.
L’orchestra nasce nel 2017, in bilico tra Firenze e Roma, grazie alla collaborazione tra Fondazione Fabbrica Europa e Centro socio-culturale tunisino “Dar Tounsi”, coordinata artisticamente da Ziad Trabelsi dell’Orchestra di Piazza Vittorio, e ha contato sul supporto del MiBACT, attraverso MigrArti, con il sostegno della Fondazione Pianoterra.
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