Guttuso, a 105 anni dalla nascita riapre il suo museo di Bagheria

Guttuso, a 105 anni dalla nascita riapre il suo museo di Bagheria
di Francesca Spanò
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Dicembre 2016, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 21:29

Un caleidoscopio di luci accese a sfumare i contorni di uno dei palazzi più amati d’Italia. Intorno, una folla di cittadini e turisti rapiti dalle immagini delle opere più importanti di Renato Guttuso, proiettate sul prospetto. Una vera suggestione per gli occhi, rivolti verso le virtuali pennellate di colore abilmente distribuite con lo sfondo del cielo stellato. Villa Cattolica, a Bagheria, ha riaperto i battenti con una spettacolare manifestazione curata nei dettagli che sarebbe di certo piaciuta anche al Maestro che ne ha reso così noto il nome. All’evento molti i volti noti presenti. Immancabile Giuseppe Tornatore, bagherese doc, il regista ed attore Pif e l’attore Francesco Scianna. Insieme a loro il sindaco Patrizio Cinque ed il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando. Dai prossimi giorni riprenderanno le visite tra le sue sale intrise di passato, alla presenza di guide specializzate. Del resto, uno dei tesori più importanti della “Città delle Ville” va riscoperto non solo per i suoi capolavori, ma anche per la storia che raccontano le sue mura e che vale davvero la pena di conoscere.
 

 

Il complesso monumentale
  
Villa Cattolica nel corso del tempo è cambiata molto. Poco o nulla rimane, insomma, di quell’antica masseria fortificata con torre a baglio appartenuta a diversi proprietari. Dai borghesi ai Padri Carmelitani di Palermo, alla famiglia Bonanno che a metà Settecento la rese una splendida residenza estiva. Dalla seconda metà dell’Ottocento è diventata un ricovero durante l’epidemia di colera, poi caserma delle truppe borboniche di stanza a Bagheria. Ancora, fu acquistata da Gioacchino Scaduto con l’obiettivo di crearne uno stabilimento per la produzione di conserve alimentari. Progetto che è continuato negli anni successivi, prima con la lavorazione in loco di cosmetici e poi con quella di limoni. La rinascita è partita nel 1973 con l’affitto del piano nobile della villa da parte dell’Amministrazione comunale cittadina e con l'inaugurazione della Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bagheria.

Il nuovo allestimento
 
A curarlo ci ha pensato Dora Favatella Lo Cascio, già direttrice del Museo per regalare nuovo lustro alle oltre 1.500 opere presenti tra dipinti, sculture, carteggi e manifesti cinematografici. Interessante lo spazio dedicato ai carretti siciliani e alla fotografia.
 
Le novità
 
Grazie alla nascita di un’App ad hoc, con l’ausilio dei totem e delle postazioni touch screen, si accederà alle informazioni lungo il percorso del Museo con più facilità. In più, è stato creato un annullo postale speciale che per i primi sessanta giorni, sarà a disposizione dei collezionisti.
 
Il Museo Guttuso e l’Arca Monumentale di Manzù
 
Il Museo risale al 1973, quando il maestro Renato Guttuso donò parte delle sue opere a dimostrazione del suo amore per Bagheria, detta anche la porta del vento. Nei due piani di Villa Cattolica sono esposti: 50 dipinti, 60 disegni degli esordi, l’Edicola, l’unica sua grande scultura e opere provenienti dalla sua collezione privata. Renato Guttuso che è morto a Roma, riposa proprio qui, all’interno di un’arca monumentale realizzata da Giacomo Manzù.
 
Il museo vanta poi la presenza di altre sezioni. C’è quella del cartellonismo cinematografico, con oltre 450 manifesti di locandine e foto-buste donate da Filippo Lo Medico che gestiva la storica sala cinematografica bagherese, il Nazionale. C’è la pittura di carretto, con una raccolta che fa parte della bottega Ducato di Bagheria, nota in tutto il mondo. E, ancora, c’è la parte dedicata allo scultore Giuseppe Pellitteri, l’Edicola di Guttuso, L’Erba del Vento dello scultore siciliano Vincenzo Gennario, Il Quadro Nero ispirato a la Vucciria di Guttuso, la Gipsoteca e i libri d’artista.
 
La sezione fotografia e la figura di Mimmo Pintacuda
 
Merita particolare attenzione per la presenza di scatti di grande valore. A cominciare da quelli di Mimmo Pintacuda, personalità emblematica nella storia di Bagheria. Ha raccontato la città in modo unico ed, inoltre, è stata la figura ispiratrice per Giuseppe Tornatore, insegnandogli l’arte della proiezione e della fotografia. A lui è legato il personaggio di Alfredo, in Nuovo Cinema Paradiso. 26 sono le sue opere, una piccola parte di un archivio di oltre 13mila immagini oggi custodite presso il Museo della fotografia Fratelli Alinari di Firenze (la più antica istituzione del settore).
Fotografo di fama e per più di trent'anni, di quelli che lavoravano con amore e metodo raro da trovare oggi, ha svolto anche il mestiere di proiezionista. Scomparso qualche anno fa, ha recitato in un cameo nel film Baaria. Peppuccio Tornatore, ha voluto così omaggiare il suo maestro. Nel 2017 uscirà in libreria una biografia scritta dal figlio, Paolo Pintacuda, che verrà pubblicata da Alinari.
   
Ancora, nella sala ci sono le foto di Ferdinando Scianna e di Pino Settanni, che ha realizzato degli importanti servizi a Kabul e nei Balcani.
 
 
Photo Credits:
Per le immagini del museo e delle opere (Massimiliano Cinà)
Mimmo Pintacuda, Giuseppe Tornatore, Paolo Pintacuda (Foto di G.M. Falcone)
Pif, Francesco Scianna, Giuseppe Tornatore e Fabio Carapezza Guttuso (Ufficio Stampa Comune di Bagheria)
Pittore di Carretti e Ripara Paracqua (Mimmo Pintacuda © Fratelli Alinari S.p.A).

 
 
 
 

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