Titanic, la mostra a Torino fa boom: prorogata fino al 25 giugno

Titanic, la mostra a Torino fa boom: prorogata fino al 25 giugno
di Alessandra Iannello
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Lunedì 15 Maggio 2017, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 15:32

Era l’11 aprile del 1912 quando il Titanic salpò da Queenstown (l’attuale Cobh) in Irlanda alla volta di New York: a bordo c’erano oltre duemila persone fra equipaggio e passeggeri per il primo viaggio di quello che, all’epoca, era il fior fiore all’occhiello della cantieristica mondiale. Il resto è storia. Purtroppo un iceberg, la notte del 15 aprile, fece colare a picco la nave e più di 1500 persone persero la vita in quella che è la più terribile tragedia marina della storia della navigazione.
 

 


Da sempre si è favoleggiato dei tesori che il Titanic custodiva nelle profondità del mare. Infatti, il viaggio inaugurale fu un evento che attirò persone molto abbienti (una suite di prima classe costava 4350 dollari) tanto che si stima che a bordo della nave ci fossero beni di valore corrispondenti a 300milioni di oggi (uno dei pezzi più costosi era una collana di perle di Eleanor Elkins Widener da 750mila dollari dell’epoca). Per riesumare questi tesori furono tentati diversi recuperi e in particolare tra il 1987 e il 1994 la società RMS Titanic Inc. organizzò numerose spedizioni portando alla luce oltre 4.000 pezzi dal fondo dell’oceano.

Oggi quegli oggetti compongono l'essenza di una mostra itinerante che è stata visitata da più 25milioni di persone negli Usa (Orlando, Peoria e Flint) e in Europa (Parigi e Valencia) e che in Italia, nell’unica tappa alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, ha già totalizzato quasi 40 mila presenze. «Dal 1987 – spiega Alexandra Klingelhofer, vicepresidente della Collections Premier Exhibitions – RMS Titanic, Inc. ha condotto 8 spedizioni nel sito del relitto, recuperando oltre 5.500 manufatti. Come unico proprietario del relitto del Titanic l'obiettivo della società è quello di conservare questi oggetti in memoria di coloro che sono morti. Il sito è 3.800 metri sotto la superficie dell'oceano ed è accessibile solo da mini sommergibili che possono trasportare non più di 3 persone o un ROV (Remotely Operated Vehicle), che è legato alla nave da ricerca. Entrambi sono dotati di bracci articolati, telecamere e luci, per il recupero di manufatti. Il reperto più difficile da recuperare è stato una sezione di oltre 13 tonnellate dello scafo che è stato portato in superfice nel 1998. Per portare su questo pezzo, l'equipaggio del sommergibile ha dovuto legarlo con una serie di corde, quindi sollevarlo con attenzione».

Appena recuperati dal mare, tutti gli oggetti originali, sono stati sottoposti a un processo per prevenirne il deterioramento. Una volta rimosso il sale marino, sono stati puliti con una spazzola morbida e posizionati in vasche con acqua fresca. «Quando un oggetto lascia l'acqua ed è esposta all'aria – continua Alexandra - deve subire un processo di stabilizzazione immediata per prevenire un ulteriore deterioramento. Dopo essere stati puliti, gli oggetti vengono messi in vasche di acqua dolce fino al loro arrivo al laboratorio di conservazione. Qui i contaminanti e il sale vengono rimossi e dopo un periodo che va dai sei mesi ai due anni, possono essere sottoposti a trattamenti che sono compatibili con i materiali con cui è stato realizzato ogni oggetto. I reperti vengono poi conservati in teche appositamente progettate in cui la temperatura, l'umidità relativa e i livelli di luce possono essere controllati, proteggendoli dal deterioramento. I manufatti esposti sono continuamente monitorati e mantenuti in atmosfera protetta».

A Torino, fino al 25 giugno (ma visto il successo si sta valutando un prolungamento), si possono vedere i pezzi autentici della nave, gli oggetti originali di proprietà dei passeggeri, la ricostruzione in scala reale di una cabina di prima classe e una di terza, il ponte principale, reperti e filmati dell’epoca. Sarà come incontrare di persona i passeggeri e l’equipaggio, condividendo le loro storie personali e conoscendo le ragioni del loro viaggio in America. Installazioni multisensoriali permettono di sentire il rombo delle caldaie della nave e, grazie a una parete reale di ghiaccio, si possono percepire le condizioni di freddo delle prime ore del mattino del 15 aprile 1912. Le audioguide raccontano la collisione con l’iceberg e l’affondamento della nave “inaffondabile”. Il percorso museale termina con il memorial wall e l’elenco di tutti i passeggeri, morti, dispersi e salvati, del viaggio del Titanic.
 
Per completare l’esperienza-Titanic il 25 maggio, presso lo spazio Lux di FiorFood in Galleria San Federico a Torino, si terrà la cena “A tavola con Pierre Rousseau”, una serata speciale durante la quale Gianni Spegis, il resident chef, omaggia Pierre Rousseau lo chef che, insieme alla sua brigata di sessanta cuochi e una quarantina di assistenti, si occupava delle cucine del Titanic.

 

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