Pittori, ma anche collezionisti: le opere da Freud a Van Dick in mostra a Londra

Edouard Manet Woman with a Cat, about 1880-2 Oil on canvas 92.1 x 73 cm Tate: Purchased 1918 (N03295) © Tate, London. Photo The National Gallery, London
di Mariapia Bruno
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Venerdì 3 Giugno 2016, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 11:24

I pittori non si limitavano e non si limitano di certo a dipingere. Molti di loro sono stati dei sofisticati collezionisti. Lo sa bene la National Gallery di Londra, che dal prossimo 23 giugno al 4 settembre 2016) ospita la mostra Painters’ Paintings. From Freud to Van Dyck, ovvero Pittori collezionisti. Da Freud a Van Dyck. «Le opere d’arte sono modelli da imitare e, allo stesso tempo, rivali da combattere» diceva l'elegante Sir Joshua Reynolds, il quale possedeva un’ampia collezione di disegni, dipinti e stampe che  supportavano le sue idee su ciò che costituisce la grande arte: Van Dick, Giovanni Bellini, Poussin e Rembrandt erano infatti alcuni dei big a figurare nella sua collezione di gran gusto.

 
Lo spunto per questa originale mostra londinese nasce dal dipinto Donna italiana di Corot, lasciata alla nazione da Lucian Freud dopo la sua morte nel 2011. L’artista, prolificissimo, aveva acquistato la Donna italiana 10 anni prima, attratto dalle pennellate espressive e dal modo in cui Corot ha rappresentato la figura umana. Nel suo testamento, Freud scrisse che voleva donare il dipinto alla nazione come ringraziamento per aver accolto la sua famiglia quando, fuggendo dai nazisti, arrivarono nel Regno Unito come rifugiati. Precisò anche che dipinto doveva essere esposto alla National Gallery, per poter essere apprezzato dalle generazioni future.

Dall’acquisizione di questo dipinto, ha affermato Anne Robbins, curatrice della retrospettiva, «sono venute alla luce considerazioni e domande su quali dipinti gli artisti scegliessero di appendere alle proprie pareti, come e se le opere che avevano in casa o in studio influenzassero la loro creatività». Tra gli artisti collezionisti che, dunque, possiamo ammirare ci sono Henri Matisse, che custodiva il Ritratto di Dora Maar di Picasso (1942, per concessione di The Elkon Gallery, New York) inviatogli come regalo di guarigione, Degas, che come diceva un suo amico «continua a...comprare, comprare: di sera si chiede come pagherà per ciò che ha acquistato quel giorno, e il mattino dopo inizia di nuovo». E poi ancora Sir Thomas Lawrence, che possedeva l’Allegoria di (1504 circa, The National Gallery, Londra) e l’Incoronazione della Vergine, (1607 circa, The National Gallery, Londra) di Reni, e Sir Anthony van Dyck, amante dei dipinti italiani e fan sfegatato di Tiziano.

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