Sawaya, l'avvocato che trasforma il Lego in arte

Sawaya, l'avvocato che trasforma il Lego in arte
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Mercoledì 28 Ottobre 2015, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 18:11
Dai cavilli della legge all'immaginazione più sfrenata. Così potrebbe essere riassunta

la parabola di Nathan Sawaya ex avvocato (fino al 2004) e ora popolarissimo artista statunitense, giunto a Roma per presentare

il debutto italiano della mostra The Art of the Brick, allestita al Set - Spazio Eventi Tirso dal 28/10 al 14/2. Dando voce ai sogni di un'infanzia trascorsa tra fumetti, racconti e giochi di prestigio, Sawaya ha scelto di esprimere la sua creatività attraverso uno «strumento» del tutto particolare: i mattoncini

Lego, con i quali costruisce coloratissime e complesse sculture di grandi dimensioni.



«Quando ero avvocato, dopo una giornata di lavoro avevo bisogno di sfogarmi con l'arte: dipingevo, disegnavo, usavo mezzi tradizionali. Poi ho iniziato a sperimentare con i Lego, i giocattoli della mia infanzia», ha detto durante la

presentazione della mostra. La sua storia straordinaria nel mondo dell'arte è iniziata con un tentativo, aprendo una pagina web: da lì infatti sono arrivate le prime richieste di lavori su

commissione e poi è esploso il successo. «Credo che le mie opere conquistino il pubblico perchè i Lego sono giocattoli familiari: così propongo un'arte democratica e accessibile a tutti, in cui

ognuno trova il suo approccio». Una genialità giocosa, dunque, ma che al tempo stesso denota nell'artista una precisione maniacale sia nella forma che nella capacità di ricreare il movimento di ogni figura: basti pensare che Sawaya nei suoi

studi di New York e Los Angeles ha più di 4 milioni di

mattoncini, e per ogni scultura in genere non impiega meno di 3 settimane.



«Cerco di portare questo gioco da bambini nel mondo dell'arte - ha proseguito - mi ispirano molte cose: le persone e le culture diverse che incontro durante i viaggi, oppure le mie stesse emozioni». Dall'uomo a grandezza naturale che si apre il

petto con le mani facendone uscire migliaia di mattoncini allo scheletro di un dinosauro T-Rex lungo 7 metri, dall'enorme cranio fatto di Lego al Buddha seduto: sono oltre 80 i lavori esposti, una selezione di sbalorditive creazioni in 3D che catturano lo sguardo. Tra queste, sorprendono le riproduzioni di

capolavori di grandi artisti, come la Venere di Milo e il

Partenone (30201 mattoncini), la Gioconda di Leonardo da Vinci e il Bacio di Klimt, rappresentate sotto forma di sculture o proprio come quadri, dipinti attraverso i Lego. «Volevo riprodurre queste opere per avvicinare alla storia dell'arte anche i bambini, grazie a un linguaggio attraente per tutta la

famiglia», ha spiegato.



Camminando nel percorso espositivo, tra video ed effetti di luce, è impossibile non lasciarsi conquistare. E non solo perchè la materia prima utilizzata è il mattoncino più famoso al mondo; ma proprio perchè la regina dell'esposizione è la fantasia, che

liberamente e nei modi più vari riesce a comunicare con chi osserva queste sculture colpendone l'immaginario. Non è un caso che la CNN abbia definito The Art of the Brick una delle dieci

mostre da non perdere al mondo, nè che Sawaya abbia già appassionato milioni di persone con questo progetto, negli Stati Uniti, ma anche in Australia, Taiwan, Singapore e Cina. Ora anche il pubblico italiano potrà scoprire questo artista: «non

potevamo privarcene», ha detto il curatore Fabio Di Gioia, «i lego appartengono alla nostra infanzia e Sawaya parla al nostro io più profondo».
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