Roma, la storia di Aldo Moro raccontata dagli scatti dei grandi fotografi

La storia dell'omicidio di Aldo Moro raccontata dalle immagini di grandi fotografi.  "Aldo Moro. Memoria, politica, democrazia", è il titolo della mostra che verrà inaugurata domani, 18 aprile, nella suggestiva sede dello Stadio di Domiziano in via di Tor Sanguigna. L'esposizione cade nel quarantennale del martirio del leader democristiano e degli uomini della sua scorta, e vuole ripercorrere la vita politica del presidente Dc ucciso dalle Brigate rosse, attraverso gli scatti di Carlo Riccardi, decano dei fotoreporter romani che a 92 anni continua a fotografare coltivando contemporaneamente la sua passione per la pittura.



Il racconto è arricchito dalle immagini di Maurizio Riccardi, figlio di Carlo, e di Maurizio Piccirilli autore delle foto del ritrovamento del corpo di  Moro in via Caetani. Con i tre importanti fotografi ha collaborato, Giovanni Currado, reporter che ha coordinato la ricerca iconografica, il restauro delle immagini e realizzato la raccolta di impressioni, commenti e contributi da parte di personaggi del mondo politico, culturale e giornalistico che verranno utilizzate per completare il catalogo della mostra.



"Poter visionare centinaia di fotografie che ritraggono Moro nel corso del suo impegno politico e in molti casi analizzarne i particolari per via del restauro - dicono gli autori - ha fatto crescere la consapevolezza che la riscoperta di questo personaggio, ovvero la riscoperta della sua vitalità, attraverso le immagini che lo vedono combattivo e sorridente, concentrato o impacciato, possa servire per ricordare l’uomo e non la vittima, per ricordare quello che era riuscito ad ottenere, mostrando alle future classi dirigenti che la soluzione a molti dei problemi passa dal semplice confronto e dal dialogo con l’avversario politico". 



A corredo della galleria di immagini anche un video che ripercorre le strade di Roma al centro dei tragici 55 giorni, nonché le testimonianze di magistrati, carabinieri, poliziotti e giornalisti che vissero quegli eventi. Un modo diverso per raccontare lo statista superando quelle due polaroid delle Br che ancora girano sui testi scolastici e in tutte le ricerche web.