“L'Altro Sguardo” a Palazzo delle Esposizioni le grandi interpreti della fotografia italiana

Anna Di Prospero - Central Park #2, 2015
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 7 Giugno 2018, 19:55

ROMA - «L’arte non ha sesso, ma l’artista sì, dice la scrittrice e attivista Lucy Lippard. Ed è da questo concetto che prende le mosse Donata Pizzi per spiegare la nascita della sua collezione di scatti di fotografe italiane e la mostra “L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018”, a cura di Raffaella Perna, che a Palazzo delle Esposizioni, a Roma, fino al 2 settembre riunisce una selezione di oltre duecento tra scatti e libri fotografici per un totale di settanta autrici, tutti provenienti dalla Collezione, nata per promuovere la conoscenza delle più significative interpreti italiane dalla metà degli anni Sessanta a oggi.
 

 

Tra le prime stampe entrate nella Collezione, “Travestiti” di Lisetta Carmi, serie realizzata nel 1965. Gli anni Sessanta nel nostro Paese hanno segnato l’ingresso massiccio delle donne nel mondo di fotografia e fotoreportage, settori abitualmente ritenuti maschili che si sono così arricchiti di nuovi sguardi, differenti punti di vista e modalità di racconto.
Il percorso espositivo spazia dai lavori pionieristici di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, nonché Elisabetta Catalano, Carla Cerati e Paola Mattioli, per arrivare fino alle sperimentazioni più recenti, opera di Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci e  molte altre.
Un viaggio attraverso decenni, estetica, e ovviamente tematiche differenti.
L’iter espositivo è articolato in quatto sezioni: “Dentro le storie”, dedicata alla fotografia di reportage e di denuncia sociale, “Cosa ne pensi tu del femminismo?”, incentrata sul rapporto tra immagine fotografica e pensiero femminista, “Identità e relazione”, sull’identità appunto e la rappresentazione delle relazioni affettive, fino a giungere a “Vedere oltre”, che guarda all’esplorazione delle potenzialità di mezzo e linguaggio.
Nel percorso pure il documentario “Parlando con voi”, dall’omonimo libro di Giovanna Chiti e Lucia Covi, con interviste a molte delle fotografe in mostra.
Un modo per ripercorrere la storia e riflettere pure sulla cronaca delle disparità di genere ancora presenti nel nostro Paese.

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