Scandiscono il percorso espositivo le rare fotografie di Mario Gabinio, che raccontano la povertà dei sobborghi torinesi, il Ritratto di Olimpia Oytana Barucchi di Giacomo Grosso, pittore punto di riferimento per i giovani artisti dell'epoca, lo studio per il Ritratto di Clelia Ghedini Marani di Balla, e altre opere firmate da Federico Boccardo, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Pilade Bertieri (amico intimo del protagonista), Felice Carena e Antonio Maria Mucchi. L'unica apparizione pubblica torinese per il fresco Giacomo fu quella del 1891, all’Esposizione della Promotrice di Belle Arti, dove presentò un acquarello non identificato. Balla spiccherà il volo nella capitale, attingendo a piene mani anche dall’arte internazionale assaporata a Parigi nel 1900 e sposando concretamente la ricerca assoluta di una vivace modernità della pittura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA