Delacroix in mostra alla National Gallery di Londra: una festa per gli occhi

Eugène Delacroix, Self Portrait, about 1837, Oil on canvas 65 x 54.5 cm, Musée du Louvre, Paris (RF 25), © RMN-Grand Palais (musée du Louvre) / Jean-Gilles Berizzi
di Mariapia Bruno
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 19:27

Principale esponente del romanticismo francese, Eugène Delacroix (1798 - 1863) è noto soprattutto per essere l'autore del Massacro di Scio (1824) e de La libertà che guida il popolo (1830), opere che riflettono il contesto politico di una Francia scossa da istanze rivoluzionarie e caratterizzata da una certa instabilità politica. Straordinario interprete di soggetti religiosi, Delacroix aprì le porte all'arte moderna. Sono pochi, infatti, gli artisti che hanno avuto lo stesso impatto e la stessa influenza: ogni nuovo lavoro da lui esposto veniva analizzato precisamente dai suoi contemporanei, tra cui Courbet, Chassériau e Baudelaire. Dopo la sua morte generazioni di artisti, da Manet a Cézanne, da Renoir a Van Gogh, a Matisse, l'hanno continuamente considerato come punto di riferimento per trovare nuovi orientamenti per la loro arte. Il segreto del maestro: il dipinto doveva essere una festa per gli occhi.

Ed è proprio una festa la retrospettiva proposta dalla National Gallery di Londra che dal prossimo 17 febbraio fino al 22 maggio 2016 presenta Delacroix e l'ascesa dell'arte moderna. Giungono da importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo - tra cui il Musée du Louvre, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e il Metropolitan Museum of Art di New York - sessanta tele che permettono di scoprire la bellezza dell'arte di Delacroix. Ne sono un esempio il suo Autoritratto (1837), La morte di Sardanapalo (1846), Le Bagnanti (1854 ). Accanto alle creazioni del protagonista una selezione di opere nate dal pennello degli artisti che a lui si ispirarono come la Pietà (dopo Delacroix) di Van GoghL'apoteosi di Delacroix di Cézanne, lo Studio per "Lusso, calma, e voluttà" di Matisse e lo Studio per improvvisazione V di Kandinskij. E' proprio vero quello che ha affermato Cézanne: dipingiamo tutti nella lingua di Delacroix.

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