Firenze, Cristo di Michelangelo, assolti i funzionari del Mibact che pagarono opera 3,2 milioni

Firenze, Cristo di Michelangelo, assolti i funzionari del Mibact che pagarono opera 3,2 milioni
di Laura Larcan
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Martedì 24 Febbraio 2015, 23:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 10:10
Fino ad oggi lo hanno chiamato il "Cristo delle polemiche". Si tratta del crocifisso attribuito a Michelangelo Buonarroti, scolpito nel legno (appena 41 centimetri d'altezza) e acquistato dal Ministero per i Beni culturali nel 2008 per la cifra di 3,2 milioni. Ma la "mano" michelangiolesca dell'opera (conservata oggi al Museo del Bargello di Firenze) aveva scatenato subito un valzer di critiche infuocate nel mondo accademico e tra gli esperti, fino ad essere più volte messa in discussione. La polemica rovente ha preso quindi la strada giudiziaria, quando la procura della corte dei conti citò i funzionari del Mibac per l'ipotesi di danno erariale. Ora, la possibile svolta sulla vicenda. La Corte dei conti conferma in appello la decisione di primo grado: nessun danno eradiale per l'ex soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini, l'ex sottosegretario ai beni culturali Roberto Cecchi, il professor Carlo Bertelli ed il direttore generale educazione e ricerca del Mibact Caterina Bon di Valsassina e degli esperti Vittoria Rossi e Marialuisa Dalai. La sezione giurisdizionale centrale d'appello della Corte dei conti, secondo quanto appreso a Firenze, ha confermato l'assoluzione emessa in primo grado (era il 2013) in merito alla vicenda del cosiddetto «Crocifisso delle polemiche». Sulla procedura che portò all'acquisto del Crocifisso ligneo, Cristina Acidini ha sempre detto che «si è svolta in modo corretto».



In merito all'attribuzione la Acidini sosteneva che «in genere questi studi sono a lungo termine, c'è bisogno di un confronto, di una riflessione della comunità scientifica, e questo può richiedere molto tempo» e che «le tematiche originate dal Crocifisso e dalla sua attribuzione rientrano nell'alveo della

discussione scientifica e accademica, che sarebbe stata loro propria fin dall'inizio». Lo scorso anno, nel presentare a Roma la mostra dedicata a Michelangelo, dove spiccava il "Cristo delle polemiche", Cristina Acidini ribadiva la sua convinzione sull'attribuzione della piccola scultura alla mano del Buonarroti.



Ad indicare un giovanissimo Michelangelo nell'esecuzione dell'opera di piccole dimensioni in legno di tiglio o pioppo (41,3 x 39,7 cm, datata intorno al 1495) fu in un team di studiosi di storia

dell'arte formato da Giancarlo Gentilini, Luciano Bellosi, Umberto Baldini. Da allora, le polemiche sull'opera, acquistata dal ministero dei Beni culturali nel 2008 per 3,2 milioni di euro dall'antiquario torinese Giancarlo Gallino, non si sono mai placate e l'ipotesi del danno erariale venne subito formulata nei

confronti dei funzionari coinvolti nell'acquisizione.
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