Il Cinquecento emiliano di Correggio e Parmigianino in mostra a Roma

Francesco Mazzola, il Parmigianino. Ritratto di giovane donna detta Schiava turca , 1532 Parma, Galleria Nazionale Foto su concessione del Ministero dei i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Polo museale dell Emilia Romagna
di Mariapia Bruno
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Martedì 15 Marzo 2016, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 01:04

Il bello del Cinquecento non inizia e finisce a Roma, Firenze e Venezia. Grandi maestri di colore, paesaggi, ritratti e panneggi limarono il proprio stile nelle terre emiliane: da Bologna, a Parma al mantovano, dove Correggio, Reni, Guercino e il Parmigianino sostarono stimolando la loro maniera. C’è chi in queste città si fermò per tutta la vita, come Correggio, che una volta giunto a Parma, non la lasciò più. Produsse un ricco corpus di immagini religiose, cariche di emozioni e sentimenti, ma anche opere di soggetto mitologico che influenzarono gli artisti successivi. Il Parmigianino, invece, godette del bel peregrinare: fu attivo a Roma e a Bologna dove a soli sedici anni dipinge, su commissione della Basilica di San Petronio, il Matrimonio mistico di Santa Caterina. Ma i risultati spettacolari si possono cogliere nei suoi ritratti, come il Ritratto di giovane donna detta “Schiava Turca”, a cui manca solo il respiro.


Le opere di questi due maestri sono oggi protagoniste di una mostra appena aperta alle Scuderie del Quirinale di Roma e intitolata Correggio e Parmigianino, arte a Parma nel Cinquecento. A fargli compagnia le composizioni di quattro artisti meno famosi ma non meno talentuosi della Scuola di parma: Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani, Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano. La mostra, che resterà aperta fino al 30 giugno 2016, è curata da David Ekserdjian, che ha dedicato ben 35 anni allo studio della Scuola di Parma e degli artisti che tengono le redini del XVI secolo emiliano.

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