"Il Verano. Paradiso degli artisti", libro-guida sulle 500 celebrità del cimitero romano

Cimitero Monumentale del Verano
di Paolo Travisi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Marzo 2018, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 16:53

Sulla tomba di Alberto Sordi, nel cimitero monumentale del Verano a Roma, l'epitaffio recita «Sor Marchese è l'ora», su quella di Aldo Fabrizi «tolto da questo mondo troppo al dente», mentre Vittorio Gassman scelse «non fu mai impallato. “Il Verano. Paradiso degli artisti”, libro scritto in coppia da Armando Ottaiano e Rolando Galluzzi, racconta la storia di un cimitero, attraverso i suoi illustri abitanti, circa 500, che in vita hanno arricchito l'Italia con la loro arte.
 

 

La genesi del libro assomiglia alla sceneggiatura di un film: un ragazzino di 13 anni, Armando Ottaiano (scrittore ed attore) che scopre di fronte la tomba del nonno, una celebrità. Antonio De Curtis, in arte Totò. Una casualità che fa nascere in lui una curiosa passione per i defunti celebri, che diventa il filo conduttore di un romanzo autobiografico, in cui l’autore vive nell’alter-ego Ciro. «Due anni fa si presentò alla casa editrice un ragazzo di 25 anni del rione Ponticelli (Napoli) che aveva trascorso le vacanze e i fine settimana della sua adolescenza e gioventù a Roma, negli archivi del cimitero del Verano, per localizzare e catalogare le tombe di attori, registi, mestieranti del cinema, ma anche poeti, scrittori, cantanti» dice Galluzzi, il coautore del volume, «mi presentò una guida completa con oltre 500 nomi, dalla quale è nato il romanzo, in cui il protagonista immagina di dialogare con i suoi miti che riposano nell’aldilà».

Tutto nacque dallo sgomento di aver saputo che Eduardo De Filippo non riposava nella sua Napoli, bensì a Roma. Se la prima parte de “Il Verano. Paradiso degli artisti” è un romanzo, il resto del libro si divide in capitoli che affrontano diversi argomenti. Come la storia del cimitero, sorto già in epoca romana sul terreno della famiglia patrizia dei Verani e sviluppatosi su impulso di Napoleone fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando fu realizzato il secondo cimitero di Prima Porta. Questa parte racconta Galluzzi è «un omaggio che ho voluto fare ad un luogo famigliare, perché io abito nel quartiere di San Lorenzo.

Il Verano è un posto bellissimo, anche se purtroppo è lasciato al degrado». Nei capitoli successivi si racconta l’aldilà immaginato dai popoli del passato, i celti, gli etruschi, i romani. C’è una guida con le localizzazioni dettagliate delle lapidi. Gli epitaffi, alcuni simpatici, altri commoventi sono da leggere tutti. Scoprire chi riposa per sempre nel Verano desta stupore. C’è gran parte del mondo del cinema. I De Sica, Corbucci, Mastroianni (vero nome Mastrojanni), Bud Spencer, Mario Brega solo per citarne alcuni.

Ma anche altre personalità come Trilussa, Rino Gaetano, Goffredo Mameli. E non mancano notizie che destano curiosità. In quanti sanno che tre artisti, incarnazione della romanità, come Claudio Villa, Anna Magnani e Franco Califano sono seppelliti fuori Roma. Infatti nel libro, realizzato dai due autori con maniacale passione e precisione, ci sono anche gli altri cimiteri di Roma e quelli nelle vicinanze. «La summa del libro - considera infine Galluzzi - è nell’epitaffio più curioso, posto all’ingresso del quadriportico. Quello che noi siamo, voi sarete e quello che voi siete noi fummo».
La filosofia della vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA