Almunda, questo il nome della protagonista del libro, nasce nel 1968 a Fraga, una piccola cittadina spagnola della Comunità autonoma dell’Aragona. Figlia unica di una coppia di agricoltori ignoranti e rozzi, al compimento del decimo anno di età viene costretta da sua madre a prostituirsi in casa. La piccola inizia così a vivere in prima persona, giorno dopo giorno, il calvario del meretricio, incontrando i clienti (per lo più amici dei genitori), sotto il tetto familiare. La vergogna cresce, ma contemporaneamente la baby squillo subisce il ricatto morale, da parte di chi l’ha messa al mondo, di dover provvedere da sola al sostentamento dell'intero nucleo familiare. La vita della ragazzina cambia quando decide di scappare. Una volta compresa la situazione, e cioè che con il tempo la sua esistenza non sarebbe cambiata (avendo tra l’altro appreso che sua madre stessa si era prostituita per diversi lunghi anni), Almunda approfitta della prima occasione per mettere in atto la sua fuga.
Un taglio netto rispetto al suo passato che darà inizio, però, ad un percorso di vita estremamente pericoloso, tra situazioni sempre più difficili e complesse. Già uscito in Argentina nel 2016, questo romanzo non è altro che un libro-verità sul terribile fenomeno della prostituzione infantile, «un dramma purtroppo attualissimo», spiega l’autore che vanta un’esperienza ventennale da volontario nel mondo delle carceri, tra gli immigrati e i minori. «Ovviamente – precisa Cardi - i luoghi e i personaggi raccontati sono di pura fantasia, per tutelare la privacy della persona a cui i fatti narrati sono realmente accaduti».
“Venduta da mia madre” di Eugenio Cardi (Editore Profondo Rosso, pagg. 192, euro 18)
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