Tra eroismo e rassegnazione, Myrta Merlino racconta le sue “Madri” straordinarie

Tra eroismo e rassegnazione, Myrta Merlino racconta le sue “Madri” straordinarie
di Sabrina Quartieri
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 12:21

Un viaggio attraverso il coraggio, il dolore, le luci e le ombre dell’universo materno compiuto da donne normalissime ma madri straordinarie, che Myrta Merlino ha voluto prima incontrare e poi ricordare, scrivendo il libro "Madri", edito da Rizzoli. Giornalista e mamma di tre figli, l’autrice sceglie di partire dalla sua di testimonianza, una storia cominciata «quella sera d’inverno del 1996 quando ebbi la conferma di essere mamma due volte». Una gravidanza vissuta dalla Merlino, fino al momento del parto, come una zavorra che rallentava la sua vita. Poi, ha visto per la prima volta Giulio e Pietro: «Ho avvertito una folgorazione - racconta l’autrice - nessuna paura, solo un senso pieno di dolce onnipotenza. Adesso che ci penso l’idea del libro è nata allora. Me la sono covata dentro, tirata dietro proprio come i miei due gemelli e poi Caterina, figlia di gioia pura, con cui quasi non ho bisogno di parlare perché siamo la stessa cosa».

Ma se quella della Merlino è una storia di "ordinaria maternità" (come la definisce lei stessa), il resto del libro è una raccolta di storie straordinarie, di donne normalissime e mamme incredibili, tra eroismo e rassegnazione, narcisismo, amore sinistro e generosità. Madri che sono il motore nascosto del nostro Paese, perché non si arrendono mai. Magari fanno un’infinità di sbagli per amore, ma sanno rialzarsi con coraggio e riprendere in mano la propria vita, anche quando viene devastata da un lutto insopportabile, come la morte di un figlio. La scintilla che ha convinto l’autrice a portare avanti l’idea del libro è stata Toya, la madre guerriera che va a tirar via suo figlio, a suon di schiaffi, da un corteo pericoloso, per salvarlo da se stesso e dalla sua rabbia. Gli altri capitoli sono dedicati agli incontri con madri famose e sconosciute, ignote e dimenticate, eroiche e ordinarie. 

A cominciare da Sandra, che a vent’anni ha deciso di rinunciare a un futuro a portata di mano, semplice e luminoso, e ha scelto il dolore che nessuno vorrebbe, trovando la gioia che nessuno può capire. Una storia iniziata il giorno in cui ha detto a suo marito: «Voglio che questo bambino possa morire tra le braccia di una madre». Sandra ha preso con sé un neonato abbandonato per il suo carico di imperfezione, per i suoi organi scombinati e per un cuore che non funzionava. E ancora, Giuseppina, due volte mamma insieme alla sua compagna Raphaelle, e Cecilia, con la sua battaglia per scoprire la verità sulla misteriosa morte del figlio avvenuta in Messico. Una madre coraggio che combatte senza tregua per dare un senso a una storia, che un senso non ce l’ha. Combatte da sola contro tutti per portare alla sbarra uno Stato intero, il Messico, che ha ucciso il suo Simone a soli trentaquattro anni e senza un perché. 

Nelle pagine, c’è la testimonianza di Gabriella e dell’amore smisurato per un figlio ingombrante come Fabrizio Corona, una madre intrappolata in un amore forsennato per quel ragazzo bello, spavaldo e fragilissimo. E c'è anche la maternità negata di Martina Levato, la ragazza dell’acido che non aveva mai pianto in galera, fino al giorno in cui è nato suo figlio. Ancora, Dorothy, la mamma di Hillary Clinton, diventata bandiera politica della sua campagna elettorale per la Casa Bianca. La fuga verso la salvezza di Stephanie e la lucidità di Micaela, madre e preside nel liceo coinvolto nello scandalo delle baby squillo. Infine, gli incontri che spiazzano. Il primo, con Emma Bonino, leader radicale, politica di razza, madre di mille battaglie, terrorizzata dal “per sempre” della maternità; e il secondo con Veritas, quella che noi chiamiamo “madre”, ma che madre ha scelto di non essere. 

Suora dell’accoglienza, una vita dedicata all’educazione dei bambini, Veritas è “madre” di tutti senza esserlo di qualcuno in particolare. Spiega la Merlino: «Resto convinta che noi donne troviamo sempre il modo di essere madri ed è questo a darci un senso di eternità. Resto convinta anche che la maternità sia l’inizio e la fine di tutto. E i padri? Mai come in queste pagine sono sullo sfondo, assenti giustificati perché è di noi che stiamo parlando, di noi madri, perché saremo noi ad allevare gli uomini di domani, figli, futuri padri e compagni, costruttori del mondo che verrà».  Secondo Myrta Merlino saranno le madri infatti a cambiare il nostro Paese. E con il suo libro ha voluto far conoscere testimonianze straordinarie per ridimensionare le paure, le ansie, le fragilità e le miserie delle mamme ordinarie. Conclude l’autrice: «Leggendo queste pagine ci si sente meno sole, perché le protagoniste del mio libro prima ci fanno sembrare piccolissime e inadeguate, ma poi, subito dopo, onnipotenti e invincibili. E allora, ripartiamo da qui»

Myrta Merlino “Madri” (Rizzoli; pp. 189; 17 euro)

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