Un viaggio attraverso il coraggio, il dolore, le luci e le ombre dell’universo materno compiuto da donne normalissime ma madri straordinarie, che Myrta Merlino ha voluto prima incontrare e poi ricordare, scrivendo il libro "Madri", edito da Rizzoli. Giornalista e mamma di tre figli, l’autrice sceglie di partire dalla sua di testimonianza, una storia cominciata «quella sera d’inverno del 1996 quando ebbi la conferma di essere mamma due volte»
Ma se quella della Merlino è una storia di "ordinaria maternità"
A cominciare da Sandra, che a vent’anni ha deciso di rinunciare a un futuro a portata di mano, semplice e luminoso, e ha scelto il dolore che nessuno vorrebbe, trovando la gioia che nessuno può capire. Una storia iniziata il giorno in cui ha detto a suo marito: «Voglio che questo bambino possa morire tra le braccia di una madre». Sandra ha preso con sé un neonato abbandonato per il suo carico di imperfezione, per i suoi organi scombinati e per un cuore che non funzionava. E ancora, Giuseppina, due volte mamma insieme alla sua compagna Raphaelle, e Cecilia, con la sua battaglia per scoprire la verità sulla misteriosa morte del figlio avvenuta in Messico. Una madre coraggio che combatte senza tregua per dare un senso a una storia, che un senso non ce l’ha. Combatte da sola contro tutti per portare alla sbarra uno Stato intero, il Messico, che ha ucciso il suo Simone a soli trentaquattro anni e senza un perché.
Nelle pagine, c’è la testimonianza di Gabriella e dell’amore smisurato per un figlio ingombrante come Fabrizio Corona, una madre intrappolata in un amore forsennato per quel ragazzo bello, spavaldo e fragilissimo. E c'è anche la maternità negata di Martina Levato, la ragazza dell’acido che non aveva mai pianto in galera, fino al giorno in cui è nato suo figlio. Ancora, Dorothy, la mamma di Hillary Clinton, diventata bandiera politica della sua campagna elettorale per la Casa Bianca. La fuga verso la salvezza di Stephanie e la lucidità di Micaela, madre e preside nel liceo coinvolto nello scandalo delle baby squillo. Infine, gli incontri che spiazzano. Il primo, con Emma Bonino, leader radicale, politica di razza, madre di mille battaglie, terrorizzata dal “per sempre” della maternità; e il secondo con Veritas, quella che noi chiamiamo “madre”, ma che madre ha scelto di non essere.
Suora dell’accoglienza, una vita dedicata all’educazione dei bambini, Veritas è “madre” di tutti senza esserlo di qualcuno in particolare. Spiega la Merlino: «Resto convinta che noi donne troviamo sempre il modo di essere madri ed è questo a darci un senso di eternità. Resto convinta anche che la maternità sia l’inizio e la fine di tutto. E i padri? Mai come in queste pagine sono sullo sfondo, assenti giustificati perché è di noi che stiamo parlando, di noi madri, perché saremo noi ad allevare gli uomini di domani, figli, futuri padri e compagni, costruttori del mondo che verrà»
Myrta Merlino “Madri” (Rizzoli; pp. 189; 17 euro)
Tra eroismo e rassegnazione, Myrta Merlino racconta le sue “Madri” straordinarie
di Sabrina Quartieri
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 12:21
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