Il turista che venne scambiato per uno scrittore al Festival

Il turista che venne scambiato per uno scrittore al Festival
di Luca Rissi
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Sabato 12 Settembre 2015, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 11:28
L'uomo - un essere del tutto ordinario - aveva pianificato quella gita fuori porta già da parecchie settimane: gli piaceva di tanto in tanto prendere un treno e passare il tempo in un'altra città, meglio se di provincia, lontana dal caos.

Quella volta però qualcosa andò storto. Appena varcate le mura della cittadina prescelta un gruppetto di giovani gli si parò d’innanzi con aria entusiasticamente minacciosa.



- E’ in ritardo!- esclamò uno dei giovani.

- Io?- chiese l’uomo, cadendo dalle nuvole.

- La presentazione del suo libro avrebbe dovuto iniziare cinque minuti fa!



L’uomo non fece in tempo a ribattere che doveva trattarsi di uno scambio di persona, perché i giovani, con quel loro modo di fare appassionato (si definirono “volontari”, anche se l’uomo non capì a che cosa mai prestassero volontariamente la loro baldanza), lo trascinarono dentro uno spiazzo e lo issarono sopra un palco. Soltanto allora l’uomo si rese conto della folla accorsa all’evento.

Un volontario gli sussurrò all’orecchio: - Ha visto quanta gente? Al nostro Festival gli incontri fanno sempre il tutto esaurito.



- Ma veramente io…- provò a dire l’uomo, per tentare di togliersi da quella brutta situazione, ma venne subito zittito e fatto accomodare dietro a una specie di cattedra all’aperto.



Una voce all’altoparlante annunciò che finalmente la presentazione poteva cominciare. L’uomo a quel punto avrebbe voluto andarsene ma sempre l’altoparlante scandì un nome che non era il suo, e il titolo di un libro che non aveva mai sentito nominare. L’applauso della folla accorsa all’evento fu scrosciante, e quasi lo inchiodò alla sedia. Allora dette uno sguardo alla platea, per qualche istante guardò le facce di quella gente: pendevano dalle sue labbra, e l’uomo capì che qualunque cose avrebbe detto sarebbe stata accolta con simpatia.



- Salve a tutti, e grazie per il vostro calore,- esordì, avvicinando timidamente la bocca al microfono. - Invece di parlare di letteratura vorrei chiedervi qual è il migliore ristorante della città.



Scrosciarono subito altri applausi, la gente sembrava letteralmente impazzita per quelle parole così poco rigorose, anticonformiste.



- Okay,- continuò l’uomo, ora più sicuro di sé. - Se proprio volete che vi dica qualcosa riguardo al mio lavoro, sappiate che uno scrittore si dimentica quasi tutto dei libri che ha scritto, e così fa una fatica bestiale durante la promozione!



La presentazione andò avanti per un’oretta, intervallata da applausi a scena aperta per le battute che l’uomo, messo alle strette, era costretto a inventarsi. Dopodiché, al termine di un lunghissimo applauso finale, l’uomo venne immobilizzato alla cattedra da uno dei volontari.

- Non ho finito?- chiese l’uomo.

- Adesso c’è il firma-copie.

L’uomo alzò la testa e vide un’interminabile colonna di persone che dal palco si allungava fino al Palazzo Ducale, e oltre.



- La sua presentazione era uno dei 333 eventi principali delle 15,- precisò il volontario.

- Non c’è modo di evitare gli autografi?- chiese l’uomo, ora parlando quasi come una star infastidita dalla confusione.



Il volontario scosse energicamente la testa: - Non vorrà mica negarsi ai suoi fan?

- Ma anche agli altri eventi c’è questa folla?

- Gliel’ho detto, qui c’è sempre il pienone, non importa neanche chi viene a parlare, vanno bene gli scrittori di best seller e gli intellettuali impegnati, i filosofi e i cuochi, i professori e i comici. E’ il Festival lo spettacolo.



L’uomo annuì, nessuno poteva saperlo meglio di lui.



(Twitter: @LuRicci74)