Quella volta però qualcosa andò storto. Appena varcate le mura della cittadina prescelta un gruppetto di giovani gli si parò d’innanzi con aria entusiasticamente minacciosa.
- E’ in ritardo!- esclamò uno dei giovani.
- Io?- chiese l’uomo, cadendo dalle nuvole.
- La presentazione del suo libro avrebbe dovuto iniziare cinque minuti fa!
L’uomo non fece in tempo a ribattere che doveva trattarsi di uno scambio di persona, perché i giovani, con quel loro modo di fare appassionato (si definirono “volontari”, anche se l’uomo non capì a che cosa mai prestassero volontariamente la loro baldanza), lo trascinarono dentro uno spiazzo e lo issarono sopra un palco. Soltanto allora l’uomo si rese conto della folla accorsa all’evento.
Un volontario gli sussurrò all’orecchio: - Ha visto quanta gente? Al nostro Festival gli incontri fanno sempre il tutto esaurito.
- Ma veramente io…- provò a dire l’uomo, per tentare di togliersi da quella brutta situazione, ma venne subito zittito e fatto accomodare dietro a una specie di cattedra all’aperto.
Una voce all’altoparlante annunciò che finalmente la presentazione poteva cominciare. L’uomo a quel punto avrebbe voluto andarsene ma sempre l’altoparlante scandì un nome che non era il suo, e il titolo di un libro che non aveva mai sentito nominare. L’applauso della folla accorsa all’evento fu scrosciante, e quasi lo inchiodò alla sedia. Allora dette uno sguardo alla platea, per qualche istante guardò le facce di quella gente: pendevano dalle sue labbra, e l’uomo capì che qualunque cose avrebbe detto sarebbe stata accolta con simpatia.
- Salve a tutti, e grazie per il vostro calore,- esordì, avvicinando timidamente la bocca al microfono. - Invece di parlare di letteratura vorrei chiedervi qual è il migliore ristorante della città.
Scrosciarono subito altri applausi, la gente sembrava letteralmente impazzita per quelle parole così poco rigorose, anticonformiste.
- Okay,- continuò l’uomo, ora più sicuro di sé. - Se proprio volete che vi dica qualcosa riguardo al mio lavoro, sappiate che uno scrittore si dimentica quasi tutto dei libri che ha scritto, e così fa una fatica bestiale durante la promozione!
La presentazione andò avanti per un’oretta, intervallata da applausi a scena aperta per le battute che l’uomo, messo alle strette, era costretto a inventarsi. Dopodiché, al termine di un lunghissimo applauso finale, l’uomo venne immobilizzato alla cattedra da uno dei volontari.
- Non ho finito?- chiese l’uomo.
- Adesso c’è il firma-copie.
L’uomo alzò la testa e vide un’interminabile colonna di persone che dal palco si allungava fino al Palazzo Ducale, e oltre.
- La sua presentazione era uno dei 333 eventi principali delle 15,- precisò il volontario.
- Non c’è modo di evitare gli autografi?- chiese l’uomo, ora parlando quasi come una star infastidita dalla confusione.
Il volontario scosse energicamente la testa: - Non vorrà mica negarsi ai suoi fan?
- Ma anche agli altri eventi c’è questa folla?
- Gliel’ho detto, qui c’è sempre il pienone, non importa neanche chi viene a parlare, vanno bene gli scrittori di best seller e gli intellettuali impegnati, i filosofi e i cuochi, i professori e i comici. E’ il Festival lo spettacolo.
L’uomo annuì, nessuno poteva saperlo meglio di lui.
(Twitter: @LuRicci74)