Morandini si è conquistato sul campo la fama di autore “spiazzante” (come lo ha definito la rivista Pulp) perché i suoi romanzi equivalgono a composizioni fantasiose riunite in una scrittura tanto scorrevole quanto affascinante. In questo caso il protagonista del romanzo, un vecchietto scorbutico e ai limiti della paronoia di nome Adelmo Farandola, che abita nei boschi e ha come amico un cane, ad un certo punto si imbatte in un piede.
E qui germoglia il valore aggiunto di questo romanzo. L'estrema semplicità della trama e il limitatissimo numero dei “personaggi” narrati invece di costituirne un limite ne diventano la forza. Perché la descrizione del rapporto di Adelmo con la natura e i suoi stralunati e bellissimi dialoghi con gli animali diventano un trampolino per parlare di certi percorsi umani. Percorsi talvolta scarni, duri, aridi e al tempo stesso tortuosi come lo possono essere solo alcune vallate montane “sfigate” e al tempo stesso affascinanti. Simili a tante delle nostre vite.
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