Martina Dell'Ombra, ecco chi è la pariolina star del web: «Mi sono ispirata a qualche telegiornalista»

Martina Dell'Ombra, ecco chi è la pariolina star del web: «Mi sono ispirata a qualche telegiornalista»
di Veronica Cursi
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Giovedì 15 Marzo 2018, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 09:52

Si chiama Federica Cacciola, non è nata a Roma ma a Taormina. Non passa le giornate tra selfie e aperitivi ed è un'attrice (la vedremo nel nuovo film di Virzì "Notti magiche"). Eppure con Martina Dell'Ombra, la pariolina tuttologa che le ha dato la popolarità sul web (300 mila followers su Facebook), influencer politica «come Mentana, ma con le tette», condivide la famiglia borghese e i temi: «immigrazione, politica, mezzi pubblici: sono le cose che interessano a me». E poi, in fondo, Martina la invidia anche un po': «d'altronde lei lavora molto più di me».

Tv, cinema, ora ha un libro in uscita: "Fake, una storia vera", dove compare anche Berlinguer.
Lei per chi ha votato?
«Come al solito per chi ha perso, più a sinistra del Pd».
 



Com'è nato il suo personaggio?
«Mi ero trasferita a Prati da San Paolo, dopo 3 anni di vagabondaggio per la città. E quando sono arrivata a Roma nord ho avuto un'illuminazione: volevo raccontare gli eccessi di quel mondo dove non esistono bus e infradito. Martina? La incontravo ogni giorno, al bar, in palestra, per strada».

E poi che è successo?
«Ho caricato un video su YouTube, in una notte ha fatto 200 mila visualizzazioni. Mi prendevano sul serio».

In effetti pochi hanno capito che recitava.
«All'inizio ho giocato su questo giallo: i poveri di Roma Sud, le frasi omofobe e classiste. Lei rappresenta una parte del pensiero comune, anche se portato all'eccesso.Per questo molti hanno creduto fossi seria. E poi la gente è abituata ai personaggi trash in tv».

Nessun vip l'ha ispirata?
«Qualche telegiornalista. Specie quelle che parlano di temi seri con la scollatura evidente».

Posso fare una domanda a Martina?
«Prego».

Cosa ne pensa delle buche a Roma?
«A Roma Sud potrebbero essere usate come alloggi per i poveri, ce ne sono così tanti».
 

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