Marisa Bruni Tedeschi si confessa, Carla nata da un amante e la morte di un figlio: «Vi racconto i miei segreti»

Marisa Bruni Tedeschi si confessa, Carla nata da un amante e la morte di un figlio: «Vi racconto i miei segreti»
di Gloria Satta
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Sabato 4 Marzo 2017, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Per essere felici occorrono salute di ferro e memoria corta, ha detto qualcuno. Marisa Bruni Tedeschi, che a breve compirà 87 anni, è in ottima salute ma la memoria non le fa certo difetto. Tanto che ha affidato alle stampe l'autobiografia: Care figlie vi scrivo, appena uscita da La Nave di Teseo (344 pagine, 18 euro, verrà presentata lunedì alle 18 alla Biblioteca Angelica). Le figlie sono delle celebrità: Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista, e Carla Bruni, musicista, ex top model ed ex Première Dame di Francia (il primogenito Virginio è morto di Aids nel 2006, a 46 anni).

 

Protagonista del libro è la vita di Madame Marisa, pianista, attrice, donna di grande cultura ed eleganza, famiglia di industriali e collezionisti d'arte. Scandita da incontri e privilegi, passioni e dolori, musica e viaggi, la sua è stata a continua ad essere un'esistenza fuori dell'ordinario. E la signora, da spirito libero, non ha taciuto niente: tanto gli incontri con personaggi di primo piano come Von Karajan, Andy Warhol, Nurejev, il genero Nicolas Sarkozy, quanto gli amori extraconiugali con il pianista Arturo Benedetti Michelangeli e con Maurizio Remmert, il padre biologico di Carla. Torinese di nascita e parigina dagli anni '70, carismatica, stessi occhi felini delle figlie, sempre bellissima e spiritosa, Marisa si racconta.

Perché alla sua età ha voluto scrivere le memorie?
«Perché le mie figlie non sapevano nulla della mia giovinezza: ho vissuto il fascismo, la guerra, la morte di mio padre, l'incontro con il mio futuro marito Alberto Bruni Tedeschi. Sono state Valeria e Carla ad incoraggiarmi a pubblicare il libro, che hanno amato molto».

Quale incontro le è rimasto più impresso?
«Benedetti Michelangeli, innanzitutto, con cui ho vissuto una grande passione. Ricordo tutti gli altri protagonisti dell'arte e della cultura. Ma con i grandi non hai mai un vero contatto umano, parlano sempre di se stessi».

È stato difficile mettere nero su bianco che sua figlia Carla è nata da un amore extraconiugale?
«Era una storia trita e ritrita, in famiglia si sapeva. Ho avuto un amante, è nata una bambina. Sono cose che succedono. È andata così, non mi pento».

Come si sopravvive, signora, alla morte di un figlio?
«Virginio era bello, delicato, intelligente. La sua malattia è stata un calvario e quando se n'è andato sono caduta in un pozzo nero. Mi sono imposta di uscirne solo per le mie figlie e i quattro nipotini. Ma il pugnale è sempre conficcato nel mio cuore».

In cosa le somigliano Valeria e Carla?
«In nulla! Da me hanno ereditato la passione per il lavoro. Non si risparmiano dividendosi fra la casa, la professione, i figli. Ma hanno un carattere diverso dal mio».

E il suo com'è?
«Sono nata di buon umore, cerco sempre il lato positivo delle cose. Anche nelle tragedie, mi auguro che tutto vada bene. Carla dice che me ne lavo le mani come Ponzio Pilato» (ride, ndr).

Come sono stati i suoi anni all'Eliseo da prima suocera?
«Piacevoli. Avevo appena venduto il castello di Castagneto Po in Piemonte e ne ho trovato un altro a Parigi... Portavo i nipotini al parco, ricordo i bei ricevimenti ma non ho mai approfittato della mia posizione. Oggi mi fa un certo effetto passare davanti ai cancelli sprangati dell'Eliseo».

Le dispiace che Sarkozy non sia ricandidato alla presidenza?
«Sì, sarebbe stato il migliore. È nato per la politica, è la sua vita. Togliergliela e costringerlo a fare un'altra cosa è come togliere a me il piano e obbligarmi a giocare a golf».

Qual è il suo segreto per invecchiare bene?
«Tengo in esercizio il fisico con grandi nuotate. E suono regolarmente. Sto insegnando la musica ai nipoti».

Ha recitato in tre film di Valeria, continuerà?
«Certo, sarò anche nel prossimo che mia figlia sta scrivendo. Sul set Valeria è un generale. E io, abituata ad esser sola davanti al piano, adoro la vita di squadra del cinema».

Ha un sogno, signora?
«Suonare in pubblico il Secondo concerto di Rachmaninov. Tutto qua. Viaggi e mondanità non mi interessano più, oggi vivo per i nipoti».