I segreti di Federer, imperatore del Grande Slam

I segreti di Federer, imperatore del Grande Slam
di Gianluca Cordella
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Venerdì 23 Marzo 2018, 01:49 - Ultimo aggiornamento: 09:14
Vent'anni di carriera e venti titoli del Grande Slam. E nessuno dei due numeri che sia prossimo all'essere definitivo. La cavalcata di Roger Federer attraverso la storia del tennis e dello sport ha di per sé i segni distintivi del poema epico. Un componimento con cui, finora, si erano cimentati in tredici nel mondo, compreso quel genio postmoderno di David Foster Wallace. Il quattordicesimo è Stefano Semeraro, da 26 anni firma de La Stampa e ombra del fuoriclasse di Basilea in ogni angolo del mondo. Il compito con cui il giornalista bolognese si è cimentato è più che impegnativo: raccontare la carriera del GOAT, il greatest of all time, della racchetta senza sorpassare il confine con il già sentito, molto labile quando si parla di personaggi come King Roger.



GLI ANEDDOTI
Eppure, dopo aver letto Il codice Federer, l'impressione che si ha è quella di conoscere meglio il fuoriclasse svizzero. Merito delle decine e decine di aneddoti che arricchiscono il volume, che per lunghi tratti sveste i panni della biografia per indossare quelli dell'opera narrativa.
Dal primo approccio con la racchetta fino all'ultimo successo agli Australian Open 2018, Semeraro non usa i risultati raggiunti da Re Roger come mero riflesso della crescita del campione, ma ne fa più che altro la conseguenza diretta della sua evoluzione personale, della maturità raggiunta prima di tutto fuori dal campo. Così scopriamo, ad esempio, che il punto di partenza del Federer uomo è distante anni luce dal campione posato e mai sopra le righe ammirato nella seconda fase della carriera.


Stefano Semeraro

PICCOLO SATANA
Un ragazzino che negli anni del primo approccio al tennis era stato ribattezzato piccolo Satana da uno dei suoi allenatori per il suo modo irrequieto di stare in campo e per quella rabbia incontrollabile fatta di urla e racchette spaccate in stile John McEnroe che si manifestava ogni volta che perdeva un punto cruciale o una partita. E che, qualche anno dopo, veniva definito «simpatico, ma alla lunga fastidioso» dal compagno di Davis, George Bastl. Etichetta destinata alla rimozione dopo gli incontri chiave con Peter Lundgren, il coach svedese che a suon di «cazziatoni mostruosi» ha limato gli spigoli del carattere del campioncino ribelle, e con Mirka, la compagna di sempre che da quel bacio galeotto ai Giochi di Sydney 2000 non lo ha più lasciato. L'origine del codice è nascosta qui.

Il Codice Federer
di Stefano Semeraro

Prefazione di Gianni Clerici
Statistiche di Luca Marianantoni

Pendragon editore
333 pagine
18 euro



 
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