Con Guccini e Macchiavelli è “Tempo di Elfi”, poliziesco fra nebbia e lambrusco in Emilia

Con Guccini e Macchiavelli è “Tempo di Elfi”, poliziesco fra nebbia e lambrusco in Emilia
di Enrico Gregori
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:06
Attenti a quei due, si potrebbe dire. Ma non perché ci troviamo di fronte a due baldi avventurieri dal grilletto facile. Ma perché siamo al cospetto di due ex giovani che hanno vitalità da vendere soprattutto attraverso i romanzi che da anni scrivono a quattro mani.
Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini, infatti, sono arrivati all’ennesima avventura letteraria con “Tempo da Elfi”, poliziesco made in Emilia pubblicato da Giunti.
La storia si snoda in un minimondo di provincia nel quale un ispettore della forestale e un maresciallo dei carabinieri si trovano a dover affrontare un intricato rompicapo. Il tutto in una dimensione a misura d’uomo dove “le stagioni si avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le due caserme - dei Carabinieri e della Forestale - che invano vigilano sulla trattoria-bar di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale”.

“Una realtà lontana dalla nevrosi – commenta Guccini – che si può scatenare in una città come Roma, dove vivere a me pare impossibile. Vero che ci si abitua a tutto, ma io non capisco come si possa impiegare un’ora per percorrere cinque chilometri. Non fa per me”.

E questa realtà quasi bucolica si respira proprio nei romanzi, nei quali anche l’episodio più drammatico sembra stemperarsi dietro il velo della nebbia o in un bicchiere di Lambrusco.

Macchiavelli, quindi è possibile scrivere polizieschi italiani senza ambientare le storie chissà dove.
“Certamente, e lo hanno capito da tempo anche altri autori. A me e a Francesco i posti nei quali facciamo muovere i nostri personaggi sono assolutamente congeniali”.

Entrambi avete scritto per anni ognuno per proprio conto. Come è nata l’idea del sodalizio?
“Per caso – dice Guccini – Ci conoscevamo e ci è venuto spontaneo scrivere qualcosa insieme. A noi l’idea è piaciuta”.

Non solo a voi, a occhio.
“Sì – replica Macchiavelli – mi pare che i lettori abbiano gradito queste nostre storie e ne siamo molto felici”.

Guccini, inutile sottolineare che lei è uno dei cantautori più illustri e osannati, ma è vero che con la musica ha chiuso?
“Ma sì, sono anni che non faccio più dischi. In pubblico non suono da molto”.

Però continua a seguire la scena musicale? Come le sembra l’attuale situazione relativamente ai cantautori?
“Non ce ne sono. O almeno non ce ne sono come io intendo. Ma sono rimasto legato alla mia epoca e sinceramente non sono aggiornatissimo”.

Eppure le sue canzoni vanno fortissimo anche presso i giovanissimi. Un po’ come succede per i pezzi di Rino Gaetano. C’è questa cosa che vi accomuna, in un certo senso.
“Be’, io e Rino Gaetano facciamo due generi diversi. Lui è bravo, e purtroppo non l’ho conosciuto bene. Ma se ha tutto questo seguito, non è certamente un caso”.

(Foto di Giada Ferri)
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