​Claudio Damiani, le parole della poesia sui luoghi del terremoto

Claudio Damiani, le parole della poesia sui luoghi del terremoto
di Renato Minore
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Venerdì 25 Novembre 2016, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 18:17
A tre mesi dal terremoto servono infissi, travi, mattoni per rimettere in piedi le vecchie abitazioni o costruirne nuove. Ma ci sono anche, prima di tutto le persone da ricostruire e servono anche le parole. Quelle parole speciali che portano impresse nel dna il lutto e la gioia, il dolore e la pietà, l’emozione e il fervore conoscitivo, il suono e la memoria, il paesaggio reale e il paesaggio interiore dell’anima. E segnano la via di una possibile speranza, il desiderio che continui l’esistenza e svanisca l’incubo dell’annientamento che ogni terremoto lascia nei sopravvissuti.  Servono le parole solidali dei poeti in mezzo alla gente che in poco tempo ha visto stravolta ogni abitudine, ogni certezza di sé negli spazi e nei tempi della propria vita, con l’emergenza continua nel volto dei tanti disagi di una vita frantumata e scenari futuri ancora imprevedibili.

Nel giorno dell’inaugurazione della nuova scuola di Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno la casa editrice Fazi organizza una lettura di poesie con scrittori e giornalisti legati al territorio Saranno letti versi da Cieli Celesti, la nuova raccolta di poesia di Claudio Damiani e anche dall'antologia di Orazio “Carpe diem”,tradotto da Giovanni Ricciadi” Un’occasione d’incontro per grandi e piccoli, per sottolineare il senso di appartenenza che lega le persone dei territori colpiti e per lanciare il messaggio: ‘Dopo il terremoto: ripartiamo (anche) dalla cultura.   

Muovendo pensieri e parole e soffiandovi via tutta la convenevole patina, i poeti sono eroici, disarmati e materni nell’impresa di sostenere, con corpo e con anima, i nostri sentimenti, di fronte ai grandi eventi dell’esistenza, con tutti i suoi beni e i suoi mali, le sue verità e i suoi inganni, inestricabilmente legati tra loro e tra loro indistinguibili. Prendiamo il caso di Damiani, questi “Cieli celesti” che è senz'altro il suo libro più compiuto e maturo, nella linea di una ricerca di un pensiero e di una forma espressiva , ancora più fedele a se stessa in cui “il suo pensiero filosofico si apre all'orizzonte della scienza” : “ Infinito, vuoi aprirti? Apriti / Io sono qui non ho paura. Sento che scorre il tempo dentro di me / come un ruscello, io sto sulla riva/ all'ombra degli alberi quieti/ e sento il gorgoglio sommesso / dell’acqua / sento l'aria fresca a contatto dell'acqua che mi bacia sulle guance”. E' come se la poesia possedesse una vocazione decisiva: ricostruire gli eventi ricomponendo l’ordine delle sensazioni e delle immagini in una chiarezza sapienziale, in un’esattezza commossa.

Con la sua trasparenza tematica e l'abilità compositiva talora camuffata dentro un’ingannevole scorrevolezza, con la “naturalità di una lingua raggiunta grazie ad una scelta insieme etica e teorica, estetica e tecnica, lo sguardo è quello del sapiente che vede come la vita si svolge nella sua semplicità misteriosa. Senza aggiungervi altro se non la sua stessa presenza di essere che sta in mezzo alle cose,in mezzo piccolo mondo delle piccole cose proiettato verso un ampio cosmo che tutto abbraccia e tutto dissolve. Damiani vuole fermare il tempo, la nascita, la morte,l’amore, la sua naturale disgregazione. E ancora egli sa vivere pienamente l’istante d’oro della visione poetica, gli basta potersi sedere un momento e respirare dentro il luogo della bellezza e della memoria. In questo senso compie un’unità speciale tra mondo interiore e mondo esterno delle cose e degli eventi, tra i fatti nudi e crudi della vita e le impressioni della memoria intima e personale.

Circola nei suoi versi come un’armonia superiore tra il turbinio dell’anima e gli impulsi del corpo ricondotti a una sancta simplicitas, a una unità perseverante e inattaccabile anche “dal maremoto che sconvolge la superficie” dalla “duplice incurabile nostalgia che contempla gli estremi del tempo lineare” così Valentino Zeichen definiva felicemente la poesia di Damiani che “inventa uno stile neoclassico moderno”.

Il tema del tempo, così presente nei suoi testi poetici, si ritrova anche nella traccia del concorso letterario che sarà presentato sempre domenica, aperto alle scuole medie e superiori dei comuni della zona interessati dal sisma. Ragazzi di varie fasce di età avranno la possibilità di raccontare la propria vita prima e dopo il terremoto, i timori, le speranze, e come immaginano il loro futuro.   Un'occasione di riflessione e di confronto, per potersi esprimere sulla forte esperienza vissuta negli ultimi mesi e che li vede uniti nella comune difficoltà.

 
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