Dopo “Il golpe inglese”, Cereghino e Fasanella tornano in libreria con “Colonia Italia”

Dopo “Il golpe inglese”, Cereghino e Fasanella tornano in libreria con “Colonia Italia”
di Sabrina Quartieri
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Ottobre 2015, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 18:34
L’Italia colonia dell’impero britannico. Lo sostengono, prove inedite alla mano, Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella nel loro ultimo libro, “Colonia Italia”, edito da Chiarelettere. Un racconto - da parte dei due autori - di una guerra senza quartiere condotta per tutto il Novecento dalla diplomazia e dai servizi segreti di Sua Maestà per controllare l’opinione pubblica italiana in funzione degli interessi economici e politici inglesi.



Una ricostruzione di fatti basata solo su documenti del governo, della diplomazia e dell’intelligence del Regno Unito, rapporti confidential, secret e top secret desecretati in tempi recenti, a disposizione quindi di giornalisti e studiosi. Ai due autori è bastato entrare negli archivi di Kew Gardens a Londra per trovare sorprese sconcertanti. Ovvero “scoprire - spiega Fasanella - l’esistenza di una macchina della propaganda occulta della diplomazia e dei servizi segreti britannici che ha controllato per un secolo, e probabilmente controlla ancora oggi, gran parte del sistema dell’informazione del nostro Paese. Con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica, la politica dei partiti e le scelte dei governi in funzione degli interessi economici e geopolitici inglesi”.



Un lavoro attento condotto da Cereghino e Fasanella, che decidono di pubblicare in appendice, seppur in parte, lo schedario annualmente aggiornato dei “clienti” italiani (come vengono definiti nei documenti stessi) utili alla causa inglese. Racconta Fasanella: “Nel libro c’è un elenco di quasi trecento nomi, indicati nelle carte come agenti o collaboratori del Soe, il servizio segreto inglese durante la guerra; e personalità che gli stessi documenti britannici del dopoguerra indicano come ‘clienti’ della propaganda occulta, ‘avvicinati’ o ‘attenzionati’. C’è persino una lunga lista di testate della sinistra extraparlamentare verso le quali, negli anni Sessanta e Settanta, i servizi di Sua Maestà mostravano un certo interesse: dal Manifesto a Lotta Continua, da Potere Operaio al Collettivo politico metropolitano, che poi si sarebbe trasformato nelle Brigate Rosse. Ed è solo la puntina dell’iceberg, perché esistono migliaia di files ancora protetti da segreto” - aggiunge il coautore di “Colonia Italia”, specificando come “basti pensare che a metà degli anni Settanta, nel periodo di massima tensione tra Italia e Regno Unito, solo i ‘clienti’ erano circa mille. Era la fase del compromesso storico e dell’Eni che stava espandendo la sua presenza in Africa ed Asia, mentre la potenza dell’impero coloniale britannico era ormai in declino”.



Ma, al di là dei nomi coinvolti, ciò che è importante è rileggere, attraverso il libro, la storia recente italiana dal punto di vista degli inglesi, il cui ruolo è sempre stato considerato secondario rispetto a quello degli americani. “Un grande errore - sostiene Fasanella, perché se questi ultimi agivano esclusivamente in funzione anticomunista, gli inglesi combattevano anche contro quegli italiani – da Alcide De Gasperi, a Enrico Mattei, fino ad Aldo Moro, solo per citarne alcuni – che mal sopportavano il ruolo di ‘protettorato’ britannico”. Una guerra vera e propria che, pagina dopo pagina, viene offerta, per la prima volta in tutta la sua portata politica, all’attenzione dell’opinione pubblica. Un conflitto segreto, perché combattuto con mezzi non convenzionali tra nazioni amiche e, per una lunga fase della loro storia, persino alleate. Invisibile ma non meno duro degli altri. E nel quale, come emerge dai documenti, la stampa, la radio, la televisione, l’industria editoriale e dello spettacolo hanno avuto un ruolo preponderante.



In che modo? “La propaganda occulta britannica fabbricava veline con informazioni e analisi, e spesso produceva addirittura articoli preconfezionati, che faceva arrivare attraverso canali segreti ai suoi ‘clienti’ italiani, opinion leaders capaci di influenzare l’opinione pubblica, anche se è possibile che molti di loro non conoscessero la vera fonte delle informazioni che ricevevano. A volte lanciava vere e proprie campagne di stampa e attivava la ‘macchina del fango’ contro quegli esponenti della classe dirigente del nostro Paese che non era sintonizzata sulla lunghezza d’onda degli interessi di Londra e attuava politiche che disturbavano gli inglesi nelle loro aree più sensibili, come quelle petrolifere del Nord Africa e del Medio Oriente. E quando tutto questo non bastava, usavano mezzi ancora più brutali, come emerge dai documenti trovati negli archivi di Londra. Quali mezzi? Le pagine che riguardano questo argomento sono purtroppo ancora oggi ‘oscurate’, cioè protette dal segreto”, spiega Fasanella. Di questo e di molto altro si parla, sulla base di documenti trovati negli archivi di Londra, nel nuovo libro “Colonia Italia”, consigliato innanzitutto a chi ha amato “Il Golpe inglese” (sempre dei due autori). In generale, a chi vuole capire perché l'Italia (anche per colpe proprie) è tornata ad essere solo un’“'espressione geografica’. Ai giornalisti, anche - conclude Fasanella - perché riflettano sullo stato della nostra professione. E alle classi dirigenti, perché riacquistino una nozione dell’interesse nazionale e agiscano di conseguenza”.



Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella “Colonia Italia” (Chiarelettere, pagg. 483, euro 18,60)