L'intuizione fu proprio di Casaleggio, morto lo scorso 12 aprile a 61 anni. Il manager, che si era formato prima all'Olivetti e poi alla Telecom, propose a Beppe Grillo di costruire un blog. Era il 2004 quando si incontrarono, racconta Di Majo, nel camerino alla fine di uno spettacolo del comico a Livorno. "Grillo aveva letto un libro di Casaleggio e ne era rimasto colpito. Allora gli aveva telefonato e avevano stabilito di vedersi quel giorno di aprile". Il giornalista recupera il racconto del comico: “Venne in camerino e cominciò a parlarmi di Rete. Di come potesse cambiare il mondo. Non conoscendolo lo assecondai. Gli sorrisi. Cercai di non contrariarlo. Temevo di ritrovarmi una chiocciola o un puntocom in qualche posto sensibile. Era molto convinto di quello che diceva. Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco che invece che ai lupi e agli uccellini parlasse a Internet”. Non è un caso, ricorda Di Majo, che il MoVimento 5 Stelle sia nato proprio il 4 ottobre (del 2009), il giorno di San Francesco.
Il blog è stato un successo incredibile, in pochi anni è diventato una piattaforma di discussione su molti temi ignorati dalle istituzioni (dall'inquinamento all'energia fino alle riforme costituzionali) e ha catalizzato il confronto anche tra Premi Nobel ed esperti. Poi c'è stata la svolta politica. Il sogno di Casaleggio era di costruire un movimento di cittadini fondato sulla Rete (senza tessere, dirigenti, sedi e soldi pubblici) che potesse spazzare via i vecchi partiti. E anche qui i risultati hanno dato ragione al "signore oscuro dei 5 Stelle". Nel 2004 Casaleggio si candidò con una lista civica alle elezioni del suo piccolo paese, Settimo Vittone: prese 6 voti. Nemmeno dieci anni dopo ha conquistato, con il MoVimento, il 25,5 per cento dei voti alle elezioni politiche. Una bella rivincita. Di Majo, che in questo libro recupera parte di un testo che ha scritto tre anni fa sempre su Casaleggio, racconta anche gli ultimi giorni del manager, il suo ricovero in ospedale, i funerali a Milano, le accuse che gli hanno rivolto e "l'ipocrisia con cui quasi tutti i politici l'hanno salutato come un grande innovatore".
Il cofondatore del M5S, rivela l 'autore, "aveva espresso la volontà che dopo la sua morte fosse mandata on line «Rousseau», la piattaforma costruita dalla sua società per far incontrare gli iscritti al «non partito» e gli eletti nelle istituzioni, per discutere le proposte di legge, per avanzare proposte e confrontarsi. Un sistema, che aveva descritto nei minimi particolari più volte, creato per allargare la democrazia e dare spazio a quell'intelligenza collettiva che era il punto centrale delle sue convinzioni. E, allo stesso tempo, una direzione per il futuro. Ecco perché «Rousseau» ha visto la luce mezz’ora dopo l’addio a Gianroberto: per ricordare a tutti che il MoVimento può continuare a camminare da solo". Di Majo, giornalista del quotidiano Il Tempo, laureato in filosofia, da anni si interessa di comunicazione politica e ha scritto altri due libri sul MoVimento 5 Stelle ("Grillo for president" e "Virus - Le 101 parole della lingua a 5 Stelle"). Nel 2016 ha pubblicato anche "Che fai...li cacci? - I dissidenti e la fine della democrazia"). Ha il blog dimajoinpeggio.wordpress.com.
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