Tenue e coraggiosa: l'autobiografia di Wirth, manager del mitico Hotel Hassler di Roma

Tenue e coraggiosa: l'autobiografia di Wirth, manager del mitico Hotel Hassler di Roma
di Carmine Castoro
4 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Giugno 2015, 06:49 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 09:22
Libro tenue, delicato, color pastello, questa autobiografia a quattro mani – coautore, Corrado Ruggeri - di Roberto Wirth, general manager dell’Hotel Hassler di Roma, tempio del lusso e della mondanità, dimora splendida che si affaccia su Trinità dei Monti, e che nel tempo ha ospitato nelle sue indimenticabili suite capi di stato, divi di Hollywood, reali, politici famosissimi, artisti, musicisti, personaggi del jet-set.










Ma è anche un libro improntato al coraggio, all’insistere nei propri valori, a crearsi una interiorità salda contro tutti i terribili rovesci della vita, perché Wirth, nato a Roma nel 1950, è sordo profondo. Con un impegno costante e una ferrea forza di volontà, lottando anche contro le resistenze della famiglia, è riuscito a diventare il primo e unico manager sordo di un albergo pluridecorato nel mondo, l’Hassler di Roma, appunto, di cui è anche proprietario. Ha tre lauree, parla correntemente italiano e inglese e, meno bene, il tedesco. Si esprime con la lingua dei segni in italiano e americano. Ha due gemelli, Robertino e Veruschka.



Racconto di una grande odissea, dunque, personale e familiare, di un travaglio vero, vissuto sulla propria pelle, di crisi profonde dalle quali si può costantemente risorgere solo mantenendosi lucido, motivato, aperto alla bellezza, senza quell’oscuro tramestio dell’anima che ti farebbe ogni giorno imprecare il cielo per averti negato il piacere di sentire il rombo di un aereo sopra la tua testa da bambino – come narra Wirth nel capitolo “Non mollare mai: il mio imperativo” – piuttosto che le sue vibrazioni nello stomaco, o di dialogare alla pari con tuo padre, o, peggio, di dire con legittima vanità, con la tua bocca e il tuo naturale entusiasmo, ciò che sei e ciò che fai nella professione giornaliera che eserciti.

Dice Wirth nell’introduzione: “Il grande silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. Un abbraccio affettuoso e terribile che non mi ha mai abbandonato. Nemmeno ora. E che non mi lascerà mai. Quando la gente mi guarda, pensa che io sia come tutti gli altri, perché la sordità non ha segni evidenti, è un handicap invisibile. Così, spesso, una persona sorda viene scambiata per un qualunque udente. Non lo è affatto, però può riuscire a raggiungere gli stessi traguardi. Come ho fatto io. Con tenacia, passione, coraggio, lottando contro un mondo che a volte non mi è stato amico, contro nemici che avevo perfino in casa e cercavano di opporsi alle mie scelte e di impedirmi di inseguire i miei sogni. Ma io ce l’ho fatta. Questa è la mia storia”.



Pagine simpatiche si alternano a pagine ombrose e meste, pagine in cui tutti riconosciamo pezzi di gossip e di cronaca mondiale attraverso vizi e virtù di volti notissimi transitati nelle stanze dell’Hassler, cercano di sfumare e centellinare il peso schiacciante che una diversabilità può imporre al cuore di un uomo semplice e operoso come Wirth che nella cosiddetta “normalità” ha visto sempre il traguardo di altre fortune che gli hanno invidiato: il bel mondo, la serenità economica, la raffinatezza di un contesto meraviglioso e con tante “stelle”. Gustosi gli aneddoti che racconta. Pierce Brosnan che scappa nelle cucine per aggirare i fans accaniti come un vero 007, Frank Sinatra allontanato gentilmente dal padre dello stesso Wirth che lo scopre ubriaco, il rapporto confidenziale con Tom Cruise, le assurde richieste di Madonna di smontare quasi un piano dell’albergo, gli spaghetti alle vongole di cui è ghiotta la Cruz, Pacino che esce alle due di notte per non incontrare nessuno, la malinconia di Lady Diana un anno prima di morire nel famigerato incidente di Parigi, la follia sbraitante di Tyson che quasi spacca una porta girevole perché non vuole indossare la cravatta obbligatoria per mangiare in un particolare roof garden della struttura. Con tutti sempre tanta gentilezza, tanto garbo, tanta sobrietà nel cercare di far stare bene il turista semplice e la star d’Oltreoceano. A tutti, soprattutto, la piccola promessa di parlare piano per permettergli di capire dal labiale parole e intenzioni…



Poetiche e struggenti i momenti del testo in cui Wirth ricorda una scultura fatta da giovane quando si dilettava di lavori artistici: una mano sinistra stretta a pugno, che ricordasse il governo pieno delle passioni e delle energie che provengono dal cuore, per convogliarle al cervello e trasformarle in sicurezza, in azione, in convincimento. Solo così – ci ricorda Wirth – si possono indossare le maschere del sorriso e della diplomazia, soprattutto in un lavoro tutto giocato sulle relazioni e l’affidabilità con i clienti, come quello suo. Solo così la maschera rilassa e inganna con gioia, perché dietro c’è una ferrea autenticità che fa da gancio alla simbiosi di dolore e audacia.



Tutti gli introiti del libro saranno destinati al CABSS, Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus. Da oltre dieci anni CABSS offre programmi di intervento precoce ai bambini sordi e sordociechi da 0 a 6 anni. Tutti i programmi vengono realizzati all'interno di un laboratorio multisensoriale, un ambiente accessibile, sicuro e adattabile alle esigenze di ogni singolo bambino. Fondata proprio da Roberto Wirth, CABSS è una realtà molto attiva che dal 2008 è diretta dalla dottoressa Stefania Fadda, psicoterapeuta e psicologa specializzata in Salute Mentale e Sordità, membro della European Society for Mental Health and Deafness (ESMHD) e del Deafblind International (DbI). Ma il centro non accoglie solo i bambini, anche i genitori rappresentano una parte importante, vitale della sua attività: a loro si offre supporto nel lavoro di crescita e cura dei propri figli, insegnando metodi e tecniche che consentiranno di costruire relazioni efficaci con i piccoli durante tutta la loro vita.



Corrado Ruggeri è nato a Roma nel 1957; laureato in Giurisprudenza, giornalista, ha lavorato per trentacinque anni al Corriere della Sera, e dal 2009 al 2012 ha diretto la cronaca di Roma per la stessa testata. È uno dei volti televisivi del canale Marcopolo, dove conduce diversi programmi di viaggio. È autore di vari libri.



R.Wirth – C.Ruggeri “Il silenzio è stato il mio primo compagno di giochi” (Newton Compton, pagg. 185, euro 12,90)