"Io Antonella, amata da Franco", la Lualdi si racconta in un libro

"Io Antonella, amata da Franco", la Lualdi si racconta in un libro
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Venerdì 5 Ottobre 2018, 19:03 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 22:24

Tra gli applausi e qualche lacrima, è stato presentato alla Casa del Cinema di Roma il libro dell’attrice Antonella Lualdi e dello scrittore e regista Diego Verdegiglio “Io Antonella, amata da Franco” edito da Manfredi Edizioni. Un libro che ripercorre la vita e la carriera di una delle protagoniste indiscusse del cinema italiano, consegnando al lettore un volume ricco di storie, di aneddoti e di foto d’archivio uniche, che trascinano chi legge, come per magia, a rivivere quel clima novecentesco in cui l’Italia era tra le maggiori produttrici di film.

La prima parte del libro racconta di una giovanissima Antonella Lualdi che fin da subito dimostra di avere un qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre attrici in voga. Riservata, introversa, più interessata a lavorare e a dimostrare il suo valore piuttosto che ad apparire. Poi l’incontro con Franco Interlenghi che aveva appena debuttato nel film Sciuscià del Maestro Vittorio De Sica, primo film italiano ad aggiudicarsi l’Oscar. «Dalla mia famiglia di origine sono passata a vivere con mio marito e, quando il nostro matrimonio è entrato in crisi è stato più onesto separarsi. Di lui apprezzavo soprattutto la sincerità. Non mi importava nulla che fosse un divo. Ne ammiravo le qualità umane, quelle che mi hanno fatto compagnia per tanti anni colmando i vuoti d’affetto presenti in me sin dall’infanzia», ricorda. 

«La sua bellezza unica e la sua raffinatezza indiscutibile - raccontano all’unisono Olga Misera, Pippo Franco e Giuliano Montaldo - la rendevano una delle attrici più straordinarie con cui condividere il set». Molte pagine del libro sono dedicate al suo rapporto con Franco, tra una riflessione sull’amore e una sulla felicità. Del marito l’attrice ricorda la gelosia e la scelta condivisa di non girare più alcun tipo di film assieme, forse anche per rompere quella monotonia che si stava instaurando fra loro. Tra un capitolo e l’altro («Ogni capitolo poteva essere un libro» ha spiegato l’autrice) la Lualdi si apre, racconta aspetti di sé che in pochi conoscevano, lascia spazio al racconto di episodi sconosciuti ai più, confermando tra l’altro di essere stata un’attrice unica nel suo genere, tanto da essere soprannominata dal produttore De Laurentiis come “l’ingenua numero uno del Cinema italiano”. 

Non potevano mancare aneddoti di cronaca rosa tipici di chi ha vissuto in prima persona lo scenario cinematografico: «La Bardot aveva sempre bisogno di compagnia, temeva la solitudine. Ora che anche io ho perso delle persone care - continua Antonella parlando dell’attrice Brigitte Bardot - non posso far altro che capirla. Ho conosciuto la solitudine, probabilmente la stessa che sentiva anche lei». 

La prefazione del libro è scritta da Giuliano Montaldo che ha recitato accanto ad Antonella Lualdi nel lontano ‘53 nel film di Carlo Lizzani "Cronache di poveri amanti”: «Ero il giovane marito di Milena – spiega Giuliano – tante scene insieme, tanta amicizia e la scoperta di un’attrice che amava più essere che apparire. Nella pellicola io muoio tra le sue braccia e Antonella era in lacrime, sinceramente commossa. In quell’occasione ho capito veramente che valeva, che era un’attrice straordinaria. Che brava!»

Il titolo del libro è nato grazie ad una frase emblematica dell’attore Michele Placido, amico di famiglia, quando in un’occasione ricordò ad Antonella: «Tu non hai idea di quanto Franco ti abbia amato» convincendola che questa frase racchiudesse tutto il significato del volume, onorando anche la figura dell’unico uomo che lei abbia mai amato. «Questo libro – conclude Antonella – mi ha portato a ricordare il percorso della mia esistenza, gli amici che ne sono stati coinvolti e direi anche i non amici di cui conoscevo vizi e virtù, aspirazione e sogni.

Li ho amati tutti e ho cercato in qualche modo di capirli. Ma non è ancora finita. Non mi ritiro nel mio guscio. Tutt’altro. Mi sorprendo da sola e mi dico: «Brava! Sei un esempio per tutte le generazioni. Penso ancora in termini di futuro e continuano a propormi ruoli anche registi giovani. È la magia del Cinema che eternamente si rinnova con i suoi protagonisti».

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