Tema, appunto, il viaggio. «Il murale - prosegue - è in un’ala molto vissuta, zona di passaggio che porta anche all’asilo, in una struttura che di partenze e ritorni ne ha visti tanti. Penso sia stato lungimirante aprire la collezione, bellissima, ad opere iper-contemporanee e spero si continui così, magari con lavori nell’intero corridoio. La street art ha riportato in auge la pittura. In tutto il mondo, in questo modo, si fanno opere d’arte di grandi dimensioni». L’esecuzione del murale è stata animata da un intenso dialogo con i funzionari del Ministero. «Gli artisti che lavorano in studio non sono abituati ai commenti che, invece, sono frequenti quando si dipinge su muri e facciate. Il contatto con le persone è stretto. Tanti guardano il lavoro e comunicano la loro interpretazione personale. In questo caso, molti hanno raccontato viaggi e storie».
Il murale sarà visibile nelle periodiche aperture del Palazzo al pubblico, insieme alle altre opere della ricca collezione che, creata nel 2000 su iniziativa dell’ambasciatore Umberto Vattani, all'epoca Segretario Generale MAE, oggi vanta oltre 400 opere di arte contemporanea italiana, da Pomodoro a Ontani, fino alle opere di inizio millennio di giovani autori. Intanto, Alicè ha appena terminato una facciata a Pisa e da poco un’opera all’aeroporto di Londra-Heathrow, «altro luogo di transito e passaggio», sottolinea. Inoltre, fino al 28 marzo, ad Amsterdam, è in corso la mostra personale Whereabouts, presso Art3035 Gallery, che riunisce una serie di cartoline disegnate dall’artista, negli ultimi tre anni, a farne quasi una sorta di promemoria di mete ed emozioni. Tra le novità, il volume Crossroads (Drago). «Racchiude anni di questo lavoro, nato come passione, da adolescente». E divenuto poi professione, nonché strumento per illustrare una diversa idea di donna - come fa pure tra le protagoniste del docufilm Clandestine - e per cambiare l’orizzonte. Proprio e degli altri.
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